martedì 6 marzo 2012

Zgubiona

http://www.drozdz.art.pl/
Mi sono seduta sulla M. Faceva freddo e il nero su bianco confondeva gli occhi come in certi giorni che non si può correggere, che le lettere si mischiano, che le parole sono una linea. Essere dentro la pagina, essere dentro la parola. Simboli. Simboli diversi da lingua a lingua. Interi sistemi costruiti nero su bianco. Interi sistemi di simboli bidimensionali artificiali codificati potentissimi.
Mi sono seduta sulla M, e giuro che poteva essere una R. E tutt'attorno capovolte o diritte, equidistanti, sopra sotto davanti dietro e su entrambi i lati. E ci sarà una parola di senso? Magari in diagonale, magari da destra a sinistra, magari da un alto che è il sopra a un basso che è il sotto. Un sole, una via di fuga, un ciao. Non riconosco nulla. Estranea a casa, dentro l'altrove, perduta. Gioiosamente abbagliata. Appoggio una mano sulla ę l'altra sulla z, un piede sulla n. Ecco, posso fare parole col corpo. Non si tratta più di geometria, è una danza.
Metto il corpo. Tolgo il limite della contemporaneità.
Adesso posso fare tutto.

Nessun commento:

Archivio blog

unknown ID