giovedì 21 novembre 2013

nè?!

Mi piace il nè, o forse neh, detto alla fine di una frase. Mi sembra un timbro. Qualcosa che è una domanda e una risposta. è furbetto come un'occhiolino, è spontaneo, tradisce luoghi, origini.

mercoledì 20 novembre 2013

appunti laboratorio, terzo giorno quarta classe.

oggi è andata bene, proprio bene, ormai forse anch'io mi destreggio meglio a forza di ripetere le stesse cose, o forse i ragazzi stamatina erano brillanti; ma oggi ha funzionato.
Ha funzionato anche dal punto di vista umano, c'era una sorta di simpatia reciproca, mi pareva ci fosse interesse, collaborazione.
è stato piacevole e meno faticoso.
poi è uscito il sole, e quindi anche se adesso mi aspetta una giornata lunghissima, non so, sto abbastanza bene.

martedì 19 novembre 2013

Appunti Laboratorio, terza classe, secondo giorno.

Ho appena scoperto che due ore il pomeriggio durano più di due ore la mattina.
Pomeriggio bene, ho idea di aver impostato le cose in un modo tale che per me è faticosissimo, e per i ragazzi è leggero. O forse io sono vecchia e zavorrosa, e loro a metà se ne fregano, a metà recepiscono senza doverci mettere il pensiero.
Nel compenso bene, anche se appena esco dalla classe passate le due ore sento la stessa sensazione che si sente appena finito un esame scritto. Andato bene, ma qualcosa in sospeso, stanchezza nella testa e anche nel corpo. E la sensazione che a disteppo della fatica non sia andata proprio così bene.
Forse sono troppi, forse parlano troppo, e si parlano sopra.
ma questa classe è stata molto sveglia, addirittura in modo del tutto spontaneo ha tirato fuori il criterio dell'utilità (che non c'è - e che portebbe essere uno dei criteri da modificare per avere giornali sensati).

Appunti Laboratorio notizie, seconda giornata

Questa seconda classe incontrata stamattina mi ha creato difficoltà.
estremamente distratti fin dall'inizio, poco interessati, poco coinvolti.
molto chiacchieroni fin quasi a sovrastare ogni altra voe, mia o loro.
più impreparati e meno brillanti della classe di ieri.
non siamo arrivati a fare tutti i giochi preparati, ma l'insegnante che li seguiva (molto paziente, disponibile, interessata) li porterà a riprendere gli argomenti e completare la giornata.
Nel complesso non sono soddisfatta, forse per questa seconda classe le richieste erano più alte del livello della classe (e giù di ripetizioni).
a ogni modo ho l'impressione che i criteri di notiziabilità siano capiti, e anche i tipi di giornale, e forse anche che la notizia è selezione. è già molto.
Oggi pomeriggio ho l'ultimo laboratorio del giorno, al solito: timore e noia.
mi spiace riproporre a tutte le classi la stessa cosa, mi pare che il mio stesso coinvolgimento ne risenta. Allo stesso tempo preparare i materiali mi è costata fatica, e anche provare a strutturare questa prima parte, quindi farne un unicum sarebbe probabilmente uno spreco, soprattutto considerato chi ne fruisce.
Forse più che come happening devo sentire il laboratorio come uno strumento.

lunedì 18 novembre 2013

Diario del progetto sulla lettura delle notizie nelle classi terze - primo incontro

Oggi primo incontro di due ore.
ho sudato, e faticato, come quando scrivo, come quando sono dentro un libro.
i ragazzi mi sembravano per lo più facilmente distraibili, ma ammetto che in un paio di momenti ho avuto la loro completa attenzione.
mi pare che gli piacciano gli schemi, le cose chiare.
mi pare che non piaccia loro pensare.
forse due ore senza pause sono troppe, soprattutto nella seconda parte era percepibile un calo di attenzione.

il laboratorio è strutturato in quattro giochi, due brevi e due più impegnativi, alternati.
Lo scopo di queste prime lezioni è:

- capire che fatto e notizia sono cose diverse, e che la notizia è selezione fatta da una persona competente, il giornalista
- avere dimestichezza con i criteri di notiziabilità
- capire come funziona (semplificato!) la costruzione del giornale, che tipi di giornali ci sono e quali sono le sezioni all'interno di un giornale.

- capire di conseguenza qual è il compito dell'informazione e quali sono le sue manchevolezze nell'affrontare questo compito così gravoso (secondo me, scopo del giornalismo è essere strumento che permetta al cittadino di orienztarsi nella società odierna)

quest'ultimo punto non siamo riusciti ad affrontarlo davvero, ho lasciato loro il compito di immaginare, secondo il proprio gusto e le proprie esigenze, un'ulteriore sezione del giornale, a piacere.

giovedì 14 novembre 2013

A volte mi par di dover timbrare cartellini anche lì dove non ci sono marcatempo, nelle relazioni.

domenica 3 novembre 2013

mamma IMperfetta

Ho seguito la prima stagione di una mamma imperfetta e sto seguendo anche questa seconda stagione. Non mi piace, ma c'è di più, mi scatena riflessioni, rabbie, pensieri. Rende evidenti gli errori del perbenismo, sottolinea le fallacie dei benpensanti. Forse è per quello che ogni giorno la guardo, forse anche che dura dieci minuti a puntata.

Non sto a descrivere cos'è e come funziona, semplicemente è una serie televisiva diretta da Ivan Cotroneo composta da 25 episodi di 8 minuti ciascuno. Le puntate sono pubblicate su corriere.it una volta al giorno dal lunedì al venerdi a partire da lunedì 6 maggio 2013.
Qui qualche informazione in più sui sentimenti scatenanti, sulla condivisione della mediocrità sui buoni sentimenti contemporanei alla base del progetto.

http://www.corriere.it/13_ottobre_14/mamma-imperfetta-regalo-mia-vita-125df81e-349c-11e3-b0aa-c50e06d40e68.shtml


La serie è piacevole, ben costruita, i mini episodi sono tematici e centrati su tematiche molto aderenti al contemporaneo:
  • la fatica di essere famiglia oggi
  • le donne che lavorano e hanno poco tempo per dedicarsi ai figli, con sensi di colpa e dinamiche discutibili che s'istaurano coi figli stessi
  • la figura maschile meno presente, l'omosessualità, il confronto con gli altri genitori, le classi multietniche, le coppie di genitori omosessuali, la perdita del lavoro e in generale il ruolo del lavoro per la donna (sia che riceva promozioni sia che venga licenziata per la crisi)
  • la coppia, la vita di coppia, l'abitudine e l'amore nella coppia.
Le protagoniste sono simpatiche (e le attrici piacevoli, brave, spontanee), ben diverse tra loro anche se forse un po' piatte, c'è quella programmatrice e molto precisa, quella un po' anaffettiva ed egiostella, quella persa tra le nuvole e la protagonista, la più perfetta tra le imperfette.
Mi diverto spesso a leggere i commenti di chi la guarda, sono generalmente schierati da due versanti:
chi sostiene che ci voleva una serie così, che dipingesse il mondo reale e la smettesse di chiedere alla donna una perfezione che umanamente non può essere raggiungibile
-
chi sostiene che si tratta di un inno alla mediocrità, un giustificare e nobilitare a virtù l'errore e l'incuria genitoriale.



Verso entrambi i tipi di commento provo fastidio, mi sembrano superficiali e mi sembrano del tutto miopi nel non cogliere il vero male di questa serie:
il presentarci una mediocrità e un'imperfezione migliori di quelli che si trovano nella vità vera.
Abbastanza vicini a chi guarda perchè ci si possa riconoscere ma irrimediabilmente più bravi, più innamorati, più borghesi, più colti.
Secondo me rischia di dire "essere imperfetti è normale in questa società dove le cose non vanno, guarda qui", ma le parole traggono in inganno, e quello che vediamo sono problemi che si risolvono, matrimoni in cui l'amore è ancora presente, figli sani, imperfezioni che prima di essere chiamate tali erano la normalità (di certo imperfetta) ma non erano innalzate a "giusto".



Ci immedesimiamo nelle protagoniste, ci sentiamo così e giustifichiamo il nostro non riuscire a stare in tutto, allo stesso tempo però non siamo come loro, nascondiamo demoni che le protagoniste non hanno. Se l'imperfezione sta nella maglietta non stirata e in una voce superiore che dice: va bene anche se qualche volta la maglietta non è stirata – la contemporaneità subisce un appiattimento brutale a una classe borghese essenzialmente di sinistra che non tiene conto delle reali difficoltà economico-emotive di una società più sfaccettata e di certo più imperfetta che sembra non avere gli strumenti per leggere lo scarto e dirsi: è solo una fiction, ma che si finisce col riconoscersi senza criticità in un modello che taglia fuori una fetta ampia di noi: chi non vuole avere figli, chi è più povero, chi ha figli disabili, chi non ha i soldi per una tata ucraina, chi col marito non ci parla nemmeno...

dimenticavo, in questa seconda serie c'è una pubblicità all'apertura di ogni puntata, sponsorizzata da kinder cereali mi pare, in cui persone comuni si riprendono mentre confessano una loro imperfezione (sono X, ho X anni, la mia imperfezione è che leggo molto e perdo la fermata dell'autobus... sono z, ho z anni, la mia imperfezione è che lavoro troppo, sono Y, ho Y anni, la mia imperfezione è che non vado mai a trovare l aia amica friulana...) gesù, fan venire mal di pancia queste ammissioni così innocue! 
eccole: http://video.corriere.it/unamammaimperfetta/kindercereali/

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