Oggi è morto il cane bello! Entra fin
troppo turbata una donna bionda con la ricrescita dimenticata. Gli
occhi spalancati, chiede del prete, il proprietario. Il prete siede
nella sala fumatori, con la moglie, una donnona bionda e attaccata al
denaro. Appena vede la turbata viene nella nostra sala, guarda il
barista con cui sto parlando e dice: fai un drink a Magda, hanno
chiuso il bel cane. La bionda s'avvicina a dove siedo e prende
anch'essa uno sgabello, puzza di alcol, il trucco è sbavato, la
pelle segnata dal tempo, il rossetto è troppo rosa e la giacca è di
un troppo bianco già grigio. Mi guarda, Oggi è morto il bel cane.
Mi dispiace dico imbarazzata, quasi pronta a chiederle come si
chiamasse, se fosse ammalato. Il barista posa whisky cola sul banco,
e torna a parlarmi. La donna c'interrompe e biascica di stelle e
chiede alcune canzoni specifiche, Piotr paziente entra nella sala
controllo, nonché cucina e magazzino, e mette nella playlist le
canzoni che ha chiesto. La raggiunge un'amica, la abbraccia e le
chiede cosa sia successo. La bionda ripete la frase di rito, l'altra
prova a consolarla, poi ordina una birra e ci rinuncia: In questo
stato non ti si può parlare. Piotr mi guarda, Andiamo a fumare?
Piotr sa che non fumo, ma ai non fumatori non è vietato stare nelle
stanze fumatori, tanto per chiacchierare. Andiamo a fumare. Siedo
sullo sgabello, il posacenere su un ginocchio, si parla di Kantor,
no, forse no, forse si parla del centro della Polonia, la Polonia ha
un centro geometrico, e lì svetta un monumento. Una statua, forse
fatta da sfere, giace sull'epicentro della Polonia. Poi di colpo mi
dice: Stara cipa, (vale la pena non tradurlo, ndt) un'ubriacona che dice di essere la
star del Bel cane, il locale nella Slawkowska, e ne fa una scena del
genere. Il dito indice si tocca la tempia. Arriccio le spalle, Ognuno
ha il suo sentimento. Ma con al testa son già lontana. Perché una
vita fa ci sono stata, al Bel cane, era un giorno di festa, non
ricordo se san Valentino o la festa della donna, una ricorrenza
comunque, e a lungo aspettai nel locale quello che poi sarebbe stato
un mio compagno, e lui si presentò con dei fiori, vestito tutto
elegante, e io pensai, Dio no - e i fiori e una camicia!.
Ma la testa va
ancora più lontana, perché essere la star di un bar è una
sconfitta a priori, e io la immagino, con la scollatura generosa, i
jeans stretti che finiscono a ridosso di zeppe rosate, e i capelli
sempre un po' sporchi, che con la ricrescita sembrano sporchi anche
quando son puliti, e che alle prime note delle solite canzoni si
agita e ballicchia tra una birra e altre cento birre. Che ammicca coi giovani inglesi che han letto su qualche guida della vita notturna che è un posto figo. Che saluta come fratelli i pazienti bodyguard straziati da ciò che vedono ogni notte. Che si pulisce le unghie con lo stuzzicadenti che tratteneva la kanapka.
Torniamo al
banco, ognuno coi suoi pensieri, apriamo la grande finestra anche se
fa freddo, è solo mezzogiorno. Un qualunque mezzogiorno a est.
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