martedì 29 aprile 2014

Lasciami sola in questa note sola.

La pioggiona arriva di notte, adesso, quando sono sola nel cuore della stanchezza. La pioggiona arriva adesso, nel centro della notte con gli occhi sbarrati. La sento scendere fissa come un muro, ampia come una tenda irremovibile, come tapparelle che gracchiano, come sassi sui finestrini e sui cofani e tra le grate. La pioggia arriva adesso, non ieri che dormivo tra le braccia. Non l'altro ieri nella cittadina sul mare. Oggi. Oggi senza voci di anglosassoni ubriachi e senza rumori di serrande che si aprono e chiudono. La pioggia arriva oggi che son sola e stanca e non dormo. E allora la accolgo, apro la finestra, sento il suo odore, il freddo che si porta appresso. E lascio che lavi via i pensieri, glielo chiedo ad alta voce, porta via il pensiero di Torino, porta via la presentazione di domani, porta via il libro da chiudere e la collega arrogante, porta via le urgenze, i piani, i distacchi, le distanze, le fini. Lasciami sola in questa note sola. Annega il mondo e fammi isola, solo stanotte, solo fino a domani.

venerdì 18 aprile 2014

Meriggiare pallido e assorto

Meriggiare pallido e assorto è una delle mie poesie preferite, anche se non amo troppo la poesia.
Con Montale però è stato subito amore, fin da ragazzetta, e anche se sono senza memoria qualche sua poesia la so ancora.
Ieri correvo, e pensavo a meriggiare pallido e assorto.
è una delle mie preferite e credo sia così perché montale fa vedere le cose. Le fa capire senza dirle, le mette davanti come un film, tanto che spiegarle con le parole diventa difficile, bisognerebbe tradurre dall'immagine a un pensiero razionale.
Comunque, la scansionavo avanzando piano, sotto il sole, forse per questo m'è venuta in testa.
Il caldo del mezzogiorno, l'arsura, la fatica.
E alla fine, in quella chiusa tanto perfetta mi è baluginata un'alternativa:

E andando nel sole che abbaglia
sentire con triste meraviglia
com'è tutta la vita e il suo travaglio
in questo seguitare una muraglia
che ha in cima cocci aguzzi di conchiglia.

Ho solo sostituito conchiglia a bottiglia. Starebbe bene, forse starebbe meglio, mi dicevo correndo, e mi chiedevo perché abbia proprio voluto mettere bottiglia.
Mi sono risposta che forse è perché non voleva incolpare la natura, bensì l'uomo.
Incolpare di ché? del travagli, di quel pericolo lì in cima, in agguato e ben noto a chi cerca di scavalcare il muro.

giovedì 10 aprile 2014

lista

non tollero quando le mail di lavoro finiscono con: un abbraccio.
ma cazzo, agente dell'autore, funzionario di banca, libraio impertinente, abbraccia i tuoi amici, i tuoi figli i tuoi partner... non sporcare con gli interessi di lavoro questo gesto così bello.

A brivio, nome che già mi sta sui nervi, c'è un annuncio funebre che dice solamente: Sara (né nome né cognome o altro). certi giorni penso che sia una minaccia messa dall'ex moglie del mio compagno. se ci credessi davvero lo apprezzerei.



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