“Non ce la faccio”.
E all'altezza del diaframma qualcosa è
compresso, la bocca è serrata, il silenzio inonda la stanza rallenta
i minuti. È quasi buffo, di sicuro ridicolo. Una persona adulta che
deve dire qualcosa a un'altra persona adulta. Qualcosa di civile in
modo civile, una difficoltà, una serie di difficoltà, una fila di
parole e preposizioni e verbi e pause provate e riprovate e pensate e
ripensate in dialoghi fittizi.
Nella testa le parole ci sono tutte, le
ho dette e ridette e ripetute milioni di volte, a ogni corsa o
passeggiata, quasi ogni giorno, per quasi due anni. Poi mi sono
decisa ad aprire la scatoletta dei problemi. L'ho fatto con una
lettera, ho solo scritto una serie di temi di cui parlare inerenti a
cose che non mi fanno stare bene. E la lettera, una volta ricevuta,
ha aperto la scatoletta. E una volta aperta era ora di parlare. La
voce, non qualcosa di scritto, non nella mia testa, voce, dialogo.
Uno dice e l'altro risponde e insieme si trova una soluzione, si dibatte, si capisce meglio l'altro. Ma non
è uscito niente di quello che doveva uscire. La bocca serrata,
l'attesa inappagata, i minuti rallentati, l'imbarazzo, qualcosa lì
all'altezza del diaframma che pulsa e vuole esplodere o implodere, e
lo sguardo verso le cartacce sotto la scrivania, verso le mani che si
torturano l'un l'altra, e nella testa le cose da dire, tutto lì in
fila, pronto, preparato con discussioni con gli amici, con
interrogazioni interiori per sviscerare le cose, e niente. Solo a un
certo punto, dopo qualche minuto o mese silenziosissimo la bocca si
apre, le spalle s'abbassano, lo sguardo si alza.
La bocca si piega, un
sorriso rassegnato, e dice: “Non ce la faccio”.
Il corpo vince sulla testa in qualche
modo. L'affetto o la paura (di ferire? Di ferirsi? Di frantumare-rsi?
Di abbandonare? Più subdolamente di distruggere l'idea che si crede
l'altro si sia fatto di noi?) l' affetto o la paura, pensavo,
ammutoliscono la ragione.
La scatoletta rimane aperta, lì sul
tavolo.
Dopo un mese e più ci sono scivolate sopra un sacco di
scartoffie.