sabato 23 settembre 2017

Blecher e la ripresa del lavoro e il vuoto nel petto

Finalmente riprendo a correggere e mi sento a casa. In un territorio mio, con tempi diversi da quelli del mondo, tempi dettati dai capitoli, dai contenuti, da quello che riesco a reggere a livello emotivo, dalla concentrazione che riesco a tenere.
Riprendo a correggere con un bel libro, un libro che aspetto da qualche anno, di un autore che mi piace tanto, fin da accadimenti nell'irrealtà, un libro tanto magmatico.
Leggo una frase che dice così bene quello che ho provato la settimana scorsa che quasi mi commuovo: "In petto gli si era scavato un vuoto atroce, simile a un bisogno profondo di riprendere fiato, o di piangere."

mercoledì 13 settembre 2017

Faccio un respiro profondo, vado a fare una corsa.

Il giorno che ho iniziato a vivere qui mi ha accompagnata la famiglia. Abbiamo montato la libreria, pranzato insieme. Poi sono partiti. E mentre la loro macchina si allontanava per la stradina, sentivo un senso di vuoto, di mancanza d'aria nel petto.
Ricordo che ho dovuto calmarmi, concentrarmi, respirare a fondo.
Per fortuna quel giorno avevo l'amore al mio fianco, abbiamo preso la moto e siamo andati al lago, anche se c'era ancora tutto da sistemare.
Giorno dopo giorno ho in qualche modo imparato a stare qui, l'amore era al mio fianco.

Oggi l'amore è partito per quattro giorni, e sento la stessa sensazione annidarsi nel petto. Quel vuoto, quell'assenza d'aria, quasi una nausea. Mi sento perduta, come se non sapessi più niente. Come se avessi paura a uscire e dentro non potessi respirare.
Faccio un respiro profondo, vado a fare una corsa.

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