venerdì 31 dicembre 2010

ricordo di un vecchio settembre


Il terreno del peloponneso era rosso ocra, pulsante e arido. Polveroso. Il cielo era blu e pieno di nuvole e così ampio, così grande. Ballavo nel cortile della grande casa tra un ulivo, un’anfora rotta, lavanda stuzzicata tutto il tempo da api rumorose. Era pomeriggio e qualcuno spiava dalla finestra del secondo piano. Alzai lo sguardo e arrossii sorridendo con le labbra a sinistra, poi chiusi gli occhi e continuai a ballare sotto il sole bruciante, la pelle umida di sudore, qualcosa di simile alla gioia al centro della pancia.

lunedì 20 dicembre 2010

3 regali

Quando arrivai a casa, io che ero sempre stata resistente al pianto scoppiai in lacrime come una povera cosa qualsiasi. (La piazza del diamante - Rodoreda)

Più felice di altri devo cogliere / uno sguardo, un sorriso, una stella, una seta piegata / sulla linea delle ginocchia [...] (Struna Światła - Miłosz)

Con il tempo sono giunto alla conclusione che, quando si comprende troppo bene la sofferenza di qualcuno, si smette di essere la persona giusta per consolarlo. (La decisione di Brandes - Màrquez)

martedì 14 dicembre 2010

libri di storia

In questi giorni non guardo molto i telegiornali perchè sento una repulsione fisica a ciò che sento e vedo. Oggi per esempio per sbaglio ho sentito la parola fiducia, e dal contesto ho subito capito che l'hanno derubata del suo significato, questa povera parola.A volte però mi capita di sentire un radiogiornale guidando, di leggere alcuni articoli, di passare davanti a una vetrina che vende televisori (e beccare l'unico momento in cui la d'urso -minuscolo irrispettoso voluto- è al bagno), d'imbattermi insomma, nella situazione italiana, così come la descrive chi fa l'informazione, quando accade mi sembra di studiare un libro di storia. Nei libri di storia un capitolo sì un capitolo no inizia con una carestia, col malcontento popolare, con rivolte politiche, con abusi di potere, con mancanza di lavoro, con condizioni inaccettabili. Ecco, siamo nel capitolo sì, mi dico. Gli studenti sono in piazza, le madri davanti alle discariche, i mariti nelle strade di rifiuti, i professori sopra i tetti, gli immigrati sulle torri, i mezzi pubblici sono in sciopero, il freddo è il più freddo del mondo, Pompei si sgretola, l'Aquila rimane maceria, le madri uccidono i figli, nel lavoro vige, per i più fortunati, il precariato, la benzina è diventata bene di lusso, la cultura un vezzo.
In questi giorni non guardo molto i TG, non leggo molto i giornali e cerco di ascoltare la Barcaccia guidando, anzichè le notizie, non vedo l'ora di iniziare il nuovo capitolo.

domenica 12 dicembre 2010

Vado a vedere se di là è meglio

È una fortuna senza pari imbattersi nel libro giusto al momento giusto. È un segno divino, la forza del destino. I libri giusti al momento giusto sono pericolosi, perchè pericolosamente indirizzano il lettore verso. Perchè gli fanno, molto spesso, cambiare strada, girare un po’ il timone, guardare un po’ più lontano, buttare qualche peso giù dalla mongolfiera. Vado vedere se di là è meglio è per me il libro giusto, al momento giusto.

Non si legge con facilità, nemmeno con difficoltà, si legge però con estremo piacere se si è spinti da un genuino interesse verso l’Est e/o verso la letteratura. Se questo interesse alla base c’è allora si rivela libro potentissimo, uno di quei libri che appena li si apre li si vorrebbe chiudere, perchè si teme di esserne risucchiati vorticosamente. Un libro che si leggerebbe in un minuto divorandolo, ma di cui si teme la fine; un libro, allo stesso tempo che invita a prendere degli appunti, che regala mille riferimenti acuti, umani, gentili, preziosi insomma. È un libro che filtra conoscenza e custodisce un sapere spesso intrecciato con il ricordo, con l’esperienza, con l’amore stesso. È un libro che si rivela mappa, sia per la struttura dei suoi capitoli sia per i numerosissimi riferimenti bibliografici.

È un libro che userò come bussola e punto di partenza.


autore: Francesco Cataluccio, editore: Sellerio

sabato 11 dicembre 2010

Lista dei saperi discutibili

- l'organo della sala filarmonica di TN sembra una grandissima corona, verrebbe voglia d'imparare a suonare anche solo per nascondersi a natale dietro tanta maestà.
- il Carmina Burana stona con il sole di oggi.
- sole: corsa vs piscina 1-0
- necessario ricordarmi di far convengere prima o poi Est + editoria, scrittura + sapere.
- di colpo penso: potrebbe esserci il mare.
- ricordare che i parcheggi imprigionano le macchine se non si sta attenti.
- a Verona il sindaco ha vietato la vendita d'alcolici dopo le 18.00 nei supermercati (ma questo richiede un lungo e polemico post a sé)
- ieri Verona profumava di Ferrara e un certo giardinetto, vicino a un certo parcheggio, proprio la seconda a destra a partire da. sembrava il giardinetto di Charlottenburg.
- l'altro ieri a Verona era autunno e in Trentino inverno, oggi è autunno anche in Trentino. Ogni giorno è una stagione a sé. Invecchierò prima pensandola così.
- oggi mi sento un po' Nadezhda Zabela, nel quadro di Vrubel.
- Croce disse: La storia è sempre contemporanea. (!)
- Kokoschka in alcuni quadri si firma OK.

domenica 5 dicembre 2010

and this is our last missing kiss

Mare, sale nell'acqua e acqua fino al collo,
e mani a confondere i muscoli con le onde.
Capelli bagnati e pelle oliva lui, e piccole fossette a illuminare la notte.
Capelli radi e ironia sulla punta della lingua l'altro lui, e un mondo di cose che tacciono.
Si leggono, giocano, la schiuma a volte tra le narici, il respiro si avvicina, il respiro sa di mare.
Due mani s'allacciano ai fianchi,
due mani dietro al collo,
respiro, adesso, solo uno.
Lui l'altro l'altro lui.
Sembra un ciao, è un addio.
Gli occhi vanno dentro agli occhi, solo luce di occhi a risucchiare imprigionare imprimere l'ultima immagine.
Labbra distanti una rasatura appena fatta.

Πάτρα, 2007

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