cavalco senza mani, cavalco leggiadra, sicura, temeraria, le braccia al cielo, le gambe strette sul corpo saldo e ritmico. lo vedo che ci avviciniamo al precipizio, lo vedo eppure non tocco le briglie.
poi vedo lo zoccolo che pesta nel vuoto. chiudo gli occhi. è chiaro che doveva esser così, mi dico.
quando mi sveglio ho poche ferite, cerotti e persone addosso. di colpo mi chiedo del cavallo.
lo cerco sulla spiaggia che costeggiava il muretto che sorreggeva la strada da cu siam caduti; cerco il cavallo e vorrei sapere se è anche lui vivo o se è morto, voglio vedere se il padrone l'ha finito perché soffriva o se sta bene, soprattutto voglio chiedergli scusa, ché con la mia leggerezza l'ho messo in pericolo, ché senza rendermene conto ho giocato anche con la sua vita.
Circondata dalle rappresentazioni, dalle narrazioni. Provo a interpretare, a leggere il mondo. Cerco brandelli di realtà, poi rinuncio, poi capisco; e senza pretese m'immergo nello scambio.
giovedì 9 maggio 2013
venerdì 3 maggio 2013
e non si è più soli
certo momenti, come adesso, so per certo che il mio è il lavoro più bello.
fuori dalla finestra scende il sole, il balcone è aperto e l'aria della sera entra, delicata.
dall'altra parte d'europa la traduttrice controlla la mia revisione, mi manda dieci pagine alla volta, io guardo che pensa dei miei interventi, sommo me a lei, le mie parole all sue parole e ne esce qualcosa di bello. ne esce una scelta, una presa di posizione sul mondo, una direzione nitida, la piega che ha da prendere il testo.
e in questo caso il testo è azzardato, audace. è un testo che graffia e scalpella, ma è un testo ben rigoroso nelle sue linee tozze, nel suo definire una storia, un rapporto, uno stare.
e non si è più soli
fuori dalla finestra scende il sole, il balcone è aperto e l'aria della sera entra, delicata.
dall'altra parte d'europa la traduttrice controlla la mia revisione, mi manda dieci pagine alla volta, io guardo che pensa dei miei interventi, sommo me a lei, le mie parole all sue parole e ne esce qualcosa di bello. ne esce una scelta, una presa di posizione sul mondo, una direzione nitida, la piega che ha da prendere il testo.
e in questo caso il testo è azzardato, audace. è un testo che graffia e scalpella, ma è un testo ben rigoroso nelle sue linee tozze, nel suo definire una storia, un rapporto, uno stare.
e non si è più soli
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