sabato 26 marzo 2016

Oggi sono tutta una tristezza.
Fuori il sole, dentro il nero, un buco.
Ho sempre creduto di essere nata per cambiare il mondo, è straziante confrontarmi con la realtà.


«Vedi» dice Emma. «Il cuculo è nato. L’uovo era riuscito a starci dentro, ma ora l’uccello non ce la fa a uscire». Ruven va a prendere scalpello e martello. Quando torna, lei è ancora in piedi davanti al salice, sconvolta, e fissa il buco.
«Cosa c’è che ti spaventa, Emma? Ogni madre cuculo affida l’uovo a una balia. Solo che la nostra l’ha affidato a una cinciallegra. Non è stata previdente. Ma è soltanto un uccello».
Ruven batte con il martello contro il tronco.
«Non è questo» mormora Emma appena il cuculo è uscito ed è volato sull’oleandro più vicino. «Ma il fatto che uno possa nascere in un posto così stretto da venirne ucciso».
«Ma non è morto».
«Va’ a esercitarti, Ruven» dice Emma, «in modo da andartene via di qui almeno tu».

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