giovedì 14 marzo 2013

Il tempo è un bastardo

Il tempo un bastardo è un romanzo che ha per protagonista il tempo, e le vite. Il trascorrere degli anni, gli intrecci e le spaccature. Bambini che crescono e giovani che invecchiano, e grattacieli che salgono o si consumano. È un romanzo bello, che non vuole, né prova, a dire tutto, che si concede di aprire parenesi graffe quadre e tonde, e chiudere parentesi e ogni tanto lasciarne qualcuna aperta. Eppure è bello, e becca tante cose, tanti stati d'animo, e momenti di ognuno, e a volte, soprattutto con persone secondarie, ha la capacità di inquadrare l'esistenza e narrarcela tutta da quell'istante alla fine. E quando il libro termina si ha la sensazione di non avere risposte, né fatti, ma qualcosa d'impalpabile che non si riesce a cogliere fino in fondo. Come il tempo appunto, come la vita.

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Oggi ho immaginato di passeggiare con A. già un po' più grande. Per la strada diceva o combinava qualcosa che incuriosiva un passante. Questo le diceva: “devi dire alla tua mamma che...”, io guardavo A le dicevo: “glielo dico io o glielo dici tu?”. Ed eravamo serene, divertite e complici nel dichiararci non madre non figlia.

martedì 12 marzo 2013

 Avevo iniziato, almeno nella mia testa, a polemizzare: per il papa e le fumate, per la femen lì sola soletta nella piazza convinta che il suo seno sia un amplificatore di buone intenzioni, per i marò che a dir la verità anche a me sembra sensato vengano processati nello stato in cui hanno commesso il crimine... ma di nessuna di queste cose sono informata quanto basta, e pigra pigra pigra non ho alcuna voglia di approfondire e biascicare l'ennesimo punto di vista impreciso sulle questioni del mondo.

Mi sdraio e cullo con Ota Pavel...

La mamma era una bellezza e di lei Lustig era un pochettino innamorato. Una volta era venuto a invitarla un bel signore alto e biondo e papà aveva fatto cenno che sì, la mamma poteva andare in pista con lui. E quel signore aveva cominciato a farle la corte e a metà del ballo le aveva detto:
«Lei è così bella» e non riusciva a toglierle gli occhi di dosso.
La mamma aveva sorriso, a quale donna non avrebbe fatto piacere. E poi quel bel signore aveva aggiunto:
«Ma sarei curioso di sapere cos’ha in comune con quell’ebreo».
«Tre figli» aveva detto la mamma, aveva finito il ballo e era tornata a sedersi accanto al papà.

martedì 5 marzo 2013

Due cose belle insieme non fanno per forza un'unica cosa bella...

A Berlino nei giorni scorsi c'era il sole, erano i primi giorni di sole e la gente ricolmava le strade, e sorrideva. Le giacche slacciate, le sciarpe e il berretto in borsa, passeggiate e primi caffè seduti sui tavolini all'esterno. Scarpe di pelo e pantacollant leopardati e maglia a righe rosse. Fuseaux in finta pelle strappati, calzini in spugna e ballerine... potrei continuare, del resto ognuno si veste come vuole, ma i tedeschi (e il turismo sul lago di Garda lo conferma ogni anno) non vincono il premio del buongusto. Ne parlavo con un amico, e lui mi faceva notare questa tendenza teutonica: che se due cose sono belle allora insieme saranno di certo ancora più belle – sottolineava che così però, si perde una visione d'insieme, la coreografia, la totalità. Io non me ne intendo di vestiti, quindi non sto a polemizzare sugli abbinamenti, ma di caramelle gommose un po' ne so, e nelle ultime scelte haribo ritrovo lo stesso principio...

nominato prodotto dell'anno 2013 (ma non si deve aspettare la fine dell'anno per capire qual è il prodotto dell'anno?!?).

La novità del prodotto è riprendere la forma delle liquirizie di polka - quelle con liquirizia intorno e zucchero colorato dentro – o il contrario e le mattonelle – ma proporle senza liquirizia, quindi creare un cilindro esternamente al sapore di pesca e internamente riempito di sapore di ciliegia, o una mattonella sandwich con estrenità sapor cocco (scelta che io aborro) e ripieno ciliegia o pesca.

Critiche:
  1. Il sapore di ciliegia insieme al sapore di pesca non sa di niente, è indefinito, spiacevole, dolciastro, nessuno dei due sapori prevale, essendo i due gusti di gomma dalla densità molto simile non c'è un effetto ritardato di un sapore sull'altro (come è con i ripieni), ma solo una somma – che qui è tra numeri negativi...
  2. Il cocco: almeno due terzi di pacchetto sono al cocco. Forse ne avanzavano grandi quantità in fabbrica, forse c'è stato un errore nell'assembramento, ma tutto 'sto cocco è spiacevolissimo. Nei normali pacchetti è appena tollerabile e subito s'identifica perchè ha una densità diversa, ha i pezzettini, non si capisce se è spugnoso o secco, non è amalgamato... ma addirittura due terzi del pacchetto è inaccettabile.
  3. Nel pacchetto, e qui vien proprio da chiedersi il perché, c'erano anche 3 coca cola, 2 ciliegie e due rane. Tutte le altre gommose non erano del tipo traslucido, ma fatte come le liquirizie senza liquirizia. Ma perchè??? ma che centra il fruity cocktail con la coca cola e le rane?

Deludenti – deludenti – deludenti. Voto: INCLASSIFICATO!

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