martedì 24 giugno 2014

I love italy

A me l'Italia piace, da pazzi. Mi piacciono i suoi colori, le sue diversità, le sue difficoltà.
Mi innamoro dell'Italia ogni tre per due. Mi piacciono i suoi borghi e le città, mi piacciono i laghi e le montagne e il mare, tantissimo mare. Mi piace come mangiamo, mi piace il vino. Mi piace che ogni posto è diverso dall'altro, che il paesaggio, la gente, il modo di parlare il cibo e tutto quanto cambia spostandosi anche solo di qualche chilometro. Mi piacciono quegli stereotipi così maledettamente veri che piacciono ai turisti. Io li capisco che vengono in vacanza in italia, perché anch'io spesso quando finisco il lavoro e faccio un bagno al lago mi sento subito in vacanza. Mi piace l'italiano, lo adoro l'italiano, è una lingua che sa essere precisa e scorrevole, che ha suoni puliti, che gode di una grammatica aperta, tanto ricca di eccezioni di usi si colori locali da poter essere studiata tutta una vita per capirla davvero. Mi piace che non sia un paese facile e dove tutto funziona. E non parlo della politica o dei grandi problemi, quelli li subisco e mi scoglionano, quelli mi rendono la vita difficile e non mi fanno permettere niente di niente, e non parlo neanche della tv o del ruolo della donna nella società, e neanche del concetto di famiglia che non riesce a emanciparsi per niente da un'idea retrograda e non più funzionante, e neanche delle scuole alla deriva, e nemmeno della macanza di lavoro, della vacuità di una grande parte di popolo non pensante. Ma le difficoltà, quelle piccole, ad esempio coi mezzi, quelle con la gente che non parla tanto le altre lingue, quelle coi dialetti, con i clacson, col parlar forte... non so, ste cose le guardo da fuori e me ne innamoro, come se fossi una turista, e godo, godo di sapermi un po' muovere in un paese così complesso.

mercoledì 11 giugno 2014

la carne dopo la carne - e parlo dell'uomo, non del cibo

ho appena concluso Geologia di un padre, di Valerio Magrelli. Sono toccata turbata.
Negli ultimi mesi in modi più o meno vicini la morte si è presentata nella vita, nell'orizzonte.
La morte mi fa pensare sempre. A volte nella testa imbastisco una lista che riguarda la morte:
- la morte comincia sempre dai piedi.
- ricordarsi di avvisare i vivi che i morti sono morti
- le agenzie funebri (che agenzie non è la parola giusta ma non ho voglia di cercarla) che ho presente solo e solamente nei film
- ...
E poi ieri è morto uno zio, e ha lasciato sola la zia. Nel pomeriggio sono stata lì, a casa, tra le donne. E il riso s'è mescolato al pianto, e la vita era tra le dita, nei ricordi. Un pomeriggio vivo, alla Satrapi.
E oggi ho finito questo libro che racconta del padre, vivo e morente, sempre con la morte che inizia dai piedi (caviglie, dice). Un libro così franco da stupire per la sua sincerità, per le ammissioni, per le debolezze. Un libro che fa tornare umano l'uomo.

"Così scendeva in mare come si scende a patti. Pallido, freddoloso, diffidente, un piede prima, poi la lunga frizione del busto, il costumone che si inabissa e infine la spinta nel bagno lustrale. Circospetto, severo, lo vedo mentre incrocia avanti e indietro, a tre metri da riva"

martedì 3 giugno 2014

alla deriva

Alla deriva, fumetto di Matt Madden

La deriva mi sta a cuore. non è un luogo, è una direzione, un verso. l'abbandono sembra scegliere questa via, la solitudine, il sogno. La deriva mi sta a cuore e mi rincuora che ci sia, la via di fuga.  distanza. abbandono. punti di vista.

domenica 1 giugno 2014

GM

Il grande male bussa alla grande 'sta domenica sera, dà calci e pugni alla porta.
Ferma non gli do ascolto. Con fermezza pulisco le finestre, lavo le tazze e i piatti nel lavello. Spazzo il pavimento. Faccio una lavatrice e la stendo.
Lì, imperterrito, aspetta che io ceda. 
E so che se resisto è perché il giorno è maledettamente lungo, tra i più lunghi dell'anno. Proprio oggi che sono sola. Proprio oggi che il grande male vuole entrare.
Ma io resisto. Almeno finché c'è luce. E mi dico: cazzo, se sei sopravvissuta a quel giorno di giugno che il mondo ti stava crollando addosso. se quel giorno di giugno sei stata così salda così forte brava, vorrai mica cedere adesso, vorrai mica aprire adesso che hai tante tra le cose che vuoi.
Adesso che puoi respirare a fondo e prendere la bici e scappare su una montagna.
E ferma tengo duro, e prego di svenire appena viene buio, che sennò finisce che vince lui.

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