venerdì 26 novembre 2010

Sour Mango


Ancora non le ho viste sugli scaffali dei supermercati italiani, meglio trentini. Parlo delle Sour mango. Io sono una grande amante del sapore del mango, nel pacchetto Haribo tropical è assieme al lampone il mio gusto preferito, e in generale lo trovo un fresco sapore per caramelle gommose; al contrario però non sono una fan del sour cioè di quell'acidognolo aspretto frizzantino.
Gusto e forma:
Le caramelle sono molto acide, hanno una concentrazione di succo di mango al 10 % (che è un po’ poco), mangiandole è preponderante il sapore del limone e degli acidificanti.
La forma è un ellisse irregolare e a ricoprire la caramella c’è una granella di zucchero bianco. Ho lavato una gommosa per capire se il gusto senza granella (principale fonte di acido nella caramella) fosse migliore. A mio parere un po’ migliora, ma in generale la caramella non si spinge sopra il 5,5 come votazione. La caramella è nel complesso rinfrescante e offre quel tirare la bocca che di certo i cultori del frizzantino (come per brixx, fizzy cola...) potrebbero apprezzare.
Densità:
la densità ricorda quella delle haribo peaches, dunque apprezzabilissima, nonostante la somiglianza però queste al mango sono leggermente più compatte, più piccole e con un briciolo di spessore in più. Dopo queste attente valutazioni sconsiglio l’acquisto, se si ha voglia di limone meglio i ciucci frizzantini (saure schnuller).

giovedì 25 novembre 2010

Katjes Frucht-Kaugis




Voto 9, da subito.
Anticipo il voto al commento perchè queste caramelle gommose alla frutta sono di gran lunga superiori alle generiche caramelle gommose (orsetti –gold o meno-, vermi, puffi, winegums...)

[They do have a quality that clearly sets them apart from other gummies. I’m not sure if there’s some sort of subtle flavoring added, or what the deal is, but they’re dope. They’re like gummies for adults-a sort of refined taste that is extremely tasty, but a little more complex than your garden variety ghetto gummie.]

Estetica:
Le forme sono sei, una per frutto contenuto: arancia, limone, fragola, mirtillo, , cigliegia (a sorpresa la migliore), fragola. La forma riprende il frutto o parti del frutto, l’arancia ad esempio è tagliata a metà, la fragola è triangolare, il limone ha la superficie che presenta piccoli rientri come la buccia del frutto stesso. Il colore è caratterizzato da una piacevole semitrasparenza.

Gusto:
delicato, diverso da frutto a frutto. Il gusto migliore è quello della cigliegia che spesso è sottovalutata nelle caramelle gommose a discapito della fragola o del lampone. Le caramelle non sono troppo dolci, non lasciano palato e lingua ulti o infastiditi ne l’amarognoloplasticoso che invece spesso si riscontra. Il gusto fragola rimanda alla fragola di bosco, soprattutto ad un altro ottimo prodotto di cui non ho ancora parlato, le Haribo Frutti di bosco.

Densità:
Questo è il punto forte, hanno una sola densità uniforme, plasticosa ma nitida, pulita; non si attaccano ai denti e si lasciano mordere cedendo con ordine al momento giusto. Ottima.

Le caramelle sono prive di coloranti artificiali.

Piuttosto che...

Piuttosto che sentire ancora una volta le persone usare "piuttosto che" nel modo sbagliato mi pianto matite nelle orecchie.

(e per modo sbagliato intendo scambiarlo con l'Oppure, insomma, l'"oppure" è oppure, il piuttosto che è invece un "pur di non"!)

Esempio 1
Piuttosto che avere mara carfagna (volutamente e irrispettosamente in minuscolo) come ministro delle pari opportunità rinuncio alle opportunità, a tutte le opportunità, pari o dispari che siano.

Esempio 2
Piuttosto che mangiare in un mac donald (ut supra) mangio vermi vivi

Esempio 3
Preferisco non regnare piuttosto che perdere la libertà. (Fedro)

Ricordo che piuttosto ha anche altri usi, come preferibilmente, o alquanto; ma non come oppure.

venerdì 12 novembre 2010

E giù.

E su e giù.
Non parlo di sesso. Parlo di umori.
Su e giù senza riposo, senza pause, senza equilibri. Anche quando è più su che giù diventa stancante. E poi quando è più su che giù il giù sembra più giù del solito giù, si cade da più in alto.

Adesso di colpo giù, ecco.
Certo che so i motivi. Il motivo. Futile! il motivo futile.
È un’assenza il motivo futile. Una mancanza.

L’uomo con la montatura dell’occhiale zebrata accosta la macchina, metà sul marciapiede, metà in mezzo alla strada. La grandissima macchina non zebrata. La apre e la chiude, entra nella profumeria, esce, prende una scatoletta dalla macchina macchinone, fa pip con le chiavi voltandole le spalle, di nuovo dentro, poi di nuovo fuori. Mezzo sorriso. Uno sguardo interrogativo. Io aspetto infreddolita. Aspetto infreddolita da ventiquattro minuti. Davanti alla profumeria. Nella via stabilita in gran segreto. Il trucco perfetto, i punti sotto agli occhi così tondi che se solo sorridessi sarei solo punti sotto agli occhi e sorrisi dolci. Profumo di fresco nel freddo. Calze un po’ a rete, stivali alti e neri. Un vestitino mozzafiato prendifreddofuordimisura. La montatura zebrata entraesce dalla macchinona e dalla profumeria. Poi, l’ultima volta, fa per salire in macchina, si gira mi guarda: “non è ancora arrivato? Devi metterlo sotto!” sorride come a dire in bocca al lupo santa giovane donna nei guai.

Così il vaso trabocca. Il piede destro congelato.
È obbligo fermare l’umiliazione. Obbligo andarmene subito. Un po’ di rispetto signorina tuttapuntinisottogliocchioniblu. Mi giro e imbocco la strada. Niente di cui piangere, niente di cui arrabbiarsi. È però obbligo non voltarsi più a controllare se da lontano la macchina bianca, il bel sorriso, tutto baci promessi... No! Non ci si volta, e non si aspetta oltre le sedici e trenta.
Anche se a casa nessuno aspetta.

E giù.

lunedì 8 novembre 2010

Jerzy Grotowski (parte 1)



Ora ricordo, iniziò tutto così. Sedevo su alcuni gradini, vicino a me le foglie secche, era autunno e l’Università era appena iniziata, non mi raccapezzavo bene, né con la ricerca dei libri né con gli orari delle lezioni, ero appena tornata da Dublino di corsa, volevo fare teatro. Mi capitò tra le mani un testo di Eugenio Barba, il racconto di un'amicizia, di un apprendistato, di un amore. Lo lessi d’un fiato e pochi mesi dopo ottenni una borsa di studio, destinazione Polonia.

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