lunedì 26 aprile 2010

Din Calidor

Sto nel calidor.

Nel calidor di casa.

Sto nel calidor della nostra casa di Mana.

Sto nel calidor e tremo.


Paul Goma, uno dei maggiori scrittori romeni contemporanei, privo della cittadinanza romena, simbolo della dissidenza antisovietica, ribelle a voce alta.

Paul Goma, uomo esiliato, figlio di maestri, nato in un villaggio difficile, in una zona rurale, bambino dall'infanzia profuga.

Ho avuto, in questi giorni, la fortuna di lavorare alla splendida traduzione che Davide Zaffi ci propone di questo capolavoro: Din Calidor, un testo ricco, denso, forte. Un testo che non solo inquadra un periodo complesso per l'attuale Repubblica Moldova, la Bessarabia del decennio '35-'45, ma che lo fa partendo dal vissuto di un bambino, lo fa con le parole di un adulto che si ripensa bambino, lo fa da un luogo speciale, il calidor.

E dal calidor si racconta, si ripercorre, riordina, ripassa, ripensa, a volte s'indigna, altre sorride. Din calidor, la veranda, è il punto di vista privilegiato da cui osserva la storia che s'intreccia con la sua storia. Non sceglie una finestra, non una porta, non un dentro, né un fuori. Paul Goma sta nel calidor, e posso quasi vedere la luce che filtra e gli illumina gli occhi, come quando il sole tramonta in autunno, in obliquo, senza che lui lo sappia, e posso quasi sentire un leggero vento che gli s'insinua tra rughe.

Il calidor, il luogo della bella nostalgia (kali-dor) come lui stesso afferma nel primo capitoletto; un luogo a metà tra il dentro e il fuori, in un quasi fuori non definitivo, un fuori ravvicinato.

Un luogo che permette di descrivere l'incanto anche dove sembrano esserci solo miseria, ignoranza, guerre e occupazioni.

È dal calidor, a metà tra il passato e il presente negato che Goma ci invita a guardare, come se scorresse davanti ai nostri occhi, la storia, [ci chiama, ci chiede di metterci al suo fianco, e mentre racconta a volte sussurra ...e mi prosciugo di nostalgia] la storia della Bessarabia, la sua storia di bambino, la storia del suo paese, di suo padre e di sua madre, la vita della Romania rurale. È da lì che riesce a farci conoscere le pieghe di una cultura sempre piuttosto sottovalutata, a volte denigrata. È da lì che prende vita un mosaico dai colori sgargianti, di sicuro come le storie disegnate sui tappeti...



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