Nella notte mi sono bruciata una mano.
Maneggiavo dell'acqua bollente e l'ho rovesciata tra il pollice e l'indice, tra il palmo e il dorso della mano sinistra.
Nessun grido, nessuna parolaccia.
Chi vive da solo in automatico impara forse a non esternare il dolore del corpo.
Non ha un perchì (neo), non ha un perché.
Ho stretto i denti in quell'istante, appoggiato la pentola al gas, aperto l'acqua fredda.
Ed è iniziata una notte infernale. Una notte di dolore e pensieri di dolore che si credevano dimenticati.
Una notte di solitudine e ghiaccio sulla mano e lamenti silenziosi e crema appiccicosa sul pulsare del bruciare.
Riflessione appunti:
- il dolore del corpo che invita al dolore del cuore (vedi kein flug)
- il non esternare dolore senza presenze a poterlo sentire
Circondata dalle rappresentazioni, dalle narrazioni. Provo a interpretare, a leggere il mondo. Cerco brandelli di realtà, poi rinuncio, poi capisco; e senza pretese m'immergo nello scambio.
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