domenica 2 maggio 2010

Kein Flug


Nessun annullamento della distanza spaziale, stavolta. Dodici ore in treno.
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In treno, la giornata scorre dal finestrino, nel suo grigio, nel suo verde, nella sua pioggia a starnuto_.
Finestrini grandi, non come quella volta che. Montagne alte, verdi e azzurre, non come_.
Scorre lieve, e le strade affiancano i binari, e le vigne abbracciano ogni cosa e l’Adige scorre suo corso, come ognuno di noi, in fondo.
È domenica ma sembra un non giorno. È sabato. È lunedì. È il giorno della partenza, il giono della vite, un maggio che oggi nasce ottobre nel segno della pioggia-un settembre che muore nell’amplesso con aprile.
Inizia un viaggio senza tempo – micro e macro si fondono nelle consapevolezze nuove che proverò a raggiungere – giusto e sbagliato dormono in letargo aspettando il ritorno.
Ecco! Le montagne allontanandosi si sono fatte azzurre, la strada che affiancava si è interrotta, le viti si sono trasformate in grappoli di case, di cose.
Scorre il treno e anch’io scorro, e anch’io.

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