Oggi il cielo era bianco. Ho camminato nella zona ebraica. Claudicante
e mediamente sovrappensiero. Ho preso un tram. Sedevo nella direzione opposta a
quella di marcia. Qualcuno sedeva dietro a me. Sentivo i suoi capelli sul collo.
Se avessi buttato forte indietro la testa ci saremo fatti male.
Oggi il cielo era bianco quasi grigio [come denti d’inverno],
ho corso nel bosco vicino casa, attraversato un parco, affiancato un torrente
che sfociava nella Vistola; il vento freddo sulla pancia, dietro al collo, il
verde e il bianco e il grigio tutto intorno. Il fiume grande si stendeva ai
miei piedi.
Oggi il cielo era grigio e ho fatto il giro dell’isolato, per capire gli
autobus, le fermate, i negozi, le persone. Era quasi l’ora della nostra cena
italiana, ma non c’erano finestre aperte e telegiornali a tutto volume, non c’era
rumore di posate sui piatti e grida di madri ipertutto. C’era un mite odore
speziato a destra, e un grill improvvisato nel parchetto del ping pong.
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