In questi giorni ho studiato molto, in ritardo e con non
poca sofferenza e difficoltà [di comprensione, di memorizzazione, di
concentrazione, di (x)zione], gli argomenti, le dimostrazioni, le fallacie, i
para argomenti... gli strumenti necessari per ragionare.
Strumenti per ragionare. Com'è possibile vivere tutto questo
tempo e pensare tutti questi anni e parlare e discutere e confrontarsi... senza
queste conoscenze basilari delle regole e strutture logiche e non?, magari con
una conoscenza ingenua e poco affilata, ma comunque non sufficiente. Com'è possibile scoprire oggi di essere tante volte caduta in fallacia con me stessa?
Mi chiedo come sia possibile laurearsi in campo umanistico
senza essere stata plasmata dagli strumenti per ragionare, mi chiedo perchè insieme alla grammatica, alle elementari, non si studino le argomentazioni e le dimostrazioni, la logica, la retorica, la dialettica, l'analisi delle costruzioni di pensiero.
Certo qualche libro in funzione di un esame non mi ha dato
ciò che vorrei, ma mi ha perlomeno dato la consapevolezza di poter volere qualcosa.
Sto per ultimare, ma proprio alla fine di uno dei testi ho
riletto un'affermazione che mi ha quasi commosso, e delle regole che proverò a
interpretare e diffondere. Inizio da qui.
Preliminari alla discussione
- Ogni argomentazione ha una sua sede opportuna. Per esempio, non serve discutere contro una legge del codice della strada con un vigile che è tenuto ad applicarla; la legge, eventualmente, va controargomentata in sede di proposta di modifica legislativa.
- L'argomentazione dev'essere adeguata al contesto socio-politico-culturale in cui è proposta. Per esempio, non ha senso argomentare in nome del valore supremo dell'uomo davanti a un consesso di religiosi, per i quali il valore supremo è rappresentato, invece, da Dio.
- Il contributo alla discussione dev'essere presentato in modo adeguato alle modalità di scambio linguistico (principio di cooperazione).
- Ognuna delle parti deve interpretare le espressioni dell'altra nel modo più accurato e pertinente possibile (principio di carità interpretativo).
- Le parti non devono utilizzare formulazioni oscure, tali da generare confusione; se richiesto, i termini devono essere definiti e le premesse devono essere esplicitate.
- Ognuna delle parti non deve ostacolare l'espressione o la critica di punti di vista.
- La parte che ha esposto una tesi è obbligata a difenderla se l'altra parte lo richiede.
- La critica deve vertere sulla tesi e non su chi la sostiene.
- Una parte può difendere la propria tesi solo portando un'argomentazione pertinente.
- Una parte deve utilizzare solo argomenti logicamente validi, o la cui validità logica sia dimostrabile mediante l'esplicitazione di una o più premesse.
- Schemi argomentativi accettati e correttamente applicati non possono essere disattesi.
Se un punto di vista non è stato difeso in modo conclusivo, chi lo
propone deve ritirarlo.
Se un punto di vista è stato difeso in modo conclusivo, chi vi si
oppone non deve più metterlo in dubbio.
(La frase e le regole sono tratte e
leggermente riassunte da Strumenti per ragionare, di Giovanni Buoniolo e
Paolo Vidali)
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