La natura. Ho iniziato a percepire in modo diverso la natura, da quando abbiamo iniziato a parlarne, a osservarla. Ho iniziato a sentirla viva, con colori e umori propri, come se fosse portatrice di pensieri autonomi. Ne guardavamo le sfumature, le forme curiose e perfette. Ne annusavamo i profumi, e ne discutevamo. Sa i nomi delle piante! Ho pensato la prima passeggiata in tua compagnia, e così ho imparato com’è un faggio, e un pioppo, così mi sono innamorata degli ontani che ci conducevano alla fine della strada, proprio fino a quel limite dove il piede destro toccava veloce il punto fine e si voltava per tornare. E sorridevi in quel momento, mi guardavi e dicevi “mi dai molta soddisfazione” a volte con voce un po’ severa aggiungevi “sara”. Gli ontani avevano quel tronco regale, un po’ nero un po’ argento, striature preziose, e foglie che luccicavano come argento appassito, e rumoreggiavano come alluminio accartocciato, spronate dal vento. E il fiume era a sinistra e ci accompagnava, solleticato dai salici, e le terrazze di aromi erano afose. E proprio tra la lavandula hybrida e il timo c’era quel manto morbidissimo, quello che sembrava di plastica, con piccoli rametti vede-giallo fitti fitti, basso, una macchia soffice; ne ho scordato il nome.
Stella Maris sotto sotto
Circondata dalle rappresentazioni, dalle narrazioni. Provo a interpretare, a leggere il mondo. Cerco brandelli di realtà, poi rinuncio, poi capisco; e senza pretese m'immergo nello scambio.
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