giovedì 29 luglio 2010

Tabula rasa (1)

Sono in soffitta, se avessi un calidor sarei nel calidor.
No, non apro scatoloni di ricordi ammuffiti,
No, non vi ho riposto ingombranti elettrodomestici inadatti alla vita da sigle dipendente da caramelle gommose,
sono in soffitta ed ascolto la pioggia rumorosa di oggi,
soprattutto il brontolino così profondo del cielo, un lamento costante che sembra arrivare dritto dall’inferno.
Stesa sul legno sporco ascolto, controluce vedo granelli di polvere muoversi.
Scrivendo granelli di polvere subito mi sale alla mente un libro, non ricordo esattamente cosa, la parte di un libro in cui con maestose parole si descrivevano le gocciole di polvere costantemente nell’aria.
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dopo 10 minuti
Ecco, l’ho trovato!
Lo cito, da Crampi di Fausta Squatriti: […] di fare posare il granello di polvere virtuale che le sfarfalla nel campo visivo sovrapponendosi ad ogni altra immagine […]
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Ascolto la pioggia, penso all’umidità, a come l’umore diventi sospeso con l’umidità nell’aria, a come la pioggia scateni voglie di intimità, a come l’acqua scorra coi pensieri.
E poi spariscono le montagne quando piove, di colpo il gelso entra nella nuvola, il monte Baldo diventa solo un ricordo, il Creino, lo Stelvio… fotografie su un hard disk.
Bello dimenticarsi delle montagne certe volte.

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