venerdì 2 luglio 2010

gelso

A volte mi sembra, per davvero, di riconoscere questo posto come casa.
Mi sento parte del gelso, un parte profonda, un elemento naturale del paesaggio,
una mora lì lì a maturare al sole.
Mi siedo alla finestra e riconosco ciò che vedo,
riconosco le stagioni, i cieli, i profili delle montagne a volte blu a volte verdi, ogni notte neri.
Conosco l'inclinazione che lo sguardo deve avere per capire se sta piovendo,
conosco l'altezza da mantenere se sono nuda e non voglio che tutto il vicinato lo veda,
so al volo se col vento d'oggi sbatterà la finestra.
In questo preciso momento mi sembra di poter rispondere chiaramente a Bonells quando si chiede:
"cos'è il paese natale? Una singolarità sorta dall'incontro tra un luogo e un essere?"
Gli risponderei che il paese natale è quel qualcosa che appena lo si incontra rilassa senza alcun volontario controllo i muscoli;
è un istante iscritto nel corpo e non nella mente, un riconoscimento che prescinde la ragione, incontrollabile - come quando le orecchie sentono l'inizio di una canzone che ben conoscono, e si scioglie qualcosa, dentro.
Corpo e luogo, per un attimo l'uno al sicuro nell'altro-l'uno parte dell'altro.

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