giovedì 5 dicembre 2013

La festa dell'insignificanza

Si tende a volere, a pretendere sempre di più. A leggere il proprio autore, riconoscerlo, ma rimanere anche un po' delusi. Ché poi uno aspetta da quattro anni e s'aspetta un'altra immortalità, ne ha bisogno, no?
La festa dell'insignificanza è carino. Sì, carino. Ma lo scherzo e l'immortalità a me piacciono di più, tanto di più. Molto breve, troppo costoso per esser così breve.
Tre parti bellissime. Un intreccio difficile, una struttura che occhiolina a un sacco di strutture. Amarezza. Tanta amarezza tra le righe. E risate, ma in fondo è così no? l'amarezza grande è quella nel riso. E Stalin. Uno stalin affascinante, sopra tutti.
(come kundera in queto libro? un autore per niente benevolo col lettore, che mischia i piani più spesso del solito, tanto spesso. ma io l'ho letto col post-it dei nomi, ho seguito attenta, eppure lo stesso in un paio di parti mi sono persa, il romanzo era distrutto, volutamente, impietosamente distrutto. e il lettore doveva lasciarsi portare un attimo su un attimo giù, con ritmi diversi da quelli soliti suoi che ho sempre sentito anche miei. è invecchiato? è più saggio? voleva schiaffeggiarci? è costruito bene come sembra o leggiamo noi questa costruzione inaccessibile come passo avanti? perchè sì, come tutti gridano K. è un supergrande, ma è anche un uomo no? e magari qui è tutto un grande scherzo, e tra un attimo torno in libreria e ritrovo Agnes che parla con Ramon, e tutto torna nell'affresco, quel caro acuto e rassicurante affresco che sono sempre stati i suoi libri)

cit.
1. Da tempo abbiamo capito che non era più possibile rivoluzionare questo mondo, né riorganizzarlo, né fermare la sua sciagurata corsa in avanti. Non c'era che un modo possibile per resistere: non prenderlo sul serio.
2. Io quando sono rimasta incinta mi vedevo come una parte di quest'albero, appesa a uno dei suoi cordoni, e vedevo te, non ancora nato, ondeggiare nel vuoto, attaccato al cordone uscito dal mio corpo, e da quel momento ho desiderato un assassino che, giù in basso, sgozza la donna senza ombelico...non è il compimento della storia umana che ho sognato, l'abolizione del futuro, no, no, quello che ho desiderato è la totale scomparsa degli uomini con il loro futuro e il loro passato, con il loro inizio e la loro fine, con l'intera durata della loro esisitenza, con l'intera loro memoria, con Nerone e Napoleone, con Buddah e Gesù, ho desierato l'annientamento totale dell'albero radicato nel piccolo ventre senza ombelico di una prima stupida donna che non sapeva quel che faceva e quali orrori ci sarebbe costato un miserabile coito ch di sicuro non le aveva procurato il minimo godimento...
3. la parte su stalin e shopenhauer, bellissimissima.

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