domenica 8 gennaio 2012

una giornata di libeccio


Una giornata di Libeccio è perfetta per andare in barca a vela.
Me lo ha suggerito un pescatore, in un gennaio color aprile.
Forse vecchio, eppure sembrava giovane, era vestito d'autunno, e chiacchierava. M'ha persino raccontato che nei giorni di bora, nella sua fanciullezza, ci si teneva per mano, grappoli di bambini, stretti stretti, e i centrali volavano, spinti dalle raffiche trattenuti da braccia come fili.
è iniziato tutto su un tram, no, prima, stavamo aspettando il tram, e lui aveva gli occhi rossi e parlava con l'amica di un'amica. Lì sì, sembrava già vecchio alla fermata del vecchio tram che fa un'unica tratta tutta in salita. Ho fatto i due gradini e lui era lì, quasi incerto se salire o meno, ma anche l'amica dell'amica era incerta, e alla fine siamo saliti tutti. Anche il tram è salito, lento, luminosissimo.
e poi è iniziata la passeggiata e il ghiaino sotto i piedi e la voglia di correre non fosse per gli stivali e la borsa e il cappotto blu. E la passeggiata era piana, e le foglie marroni sotto i piedi, e il mare a stendersi azzurro e giallo sotto agli occhi, e le rocce sulla destra, o a volte le terrazze al loro posto. Un paradiso, un'isola.
E poi la passeggiata sembrava finita, ma lui era lì e s'era ricongiunto e ha chiesto se si voleva continuare, e non si poteva non continuare, le gambe spingevano gentili, ai lati la roccia veniva morsa e massaggiata e esplorata e imparata dagli scalatori, e già si parlava della scalinata dei pescatori. E mi pareva proprio d'aver la gioia di vivere nelle gambe.
Così camminavamo, la cara amica, l'uomo del mare, l'amica dell'amica, l'amore.
Camminavamo un po' parlando un po' in silenzio. Camminavamo attraversando i paesi, parlando di vecchi confini, lasciando i raggi scaldare il cammino. E poi la scalinata ci ha portati in autunno, stretta e legnosa, odore di piante senza nome, di terra umida, di pietra lisciata dalla salsedine, le mani si tenevano e gli occhi ringraziavano il mondo per la bellezza che è. Alla panchina il panorama s'è aperto, il pescatore mangiava cioccolato, il sole baciava i visi, il vento era cheto, le piante silenziose, i tetti riposavano distanti, il mare frusciava senza sosta, come certe foglie d'ontano scosse dal vento.
Nessuno s'è mosso per un istante. Tutti gli occhi erano chiusi, l'anno era appena iniziato eppure il tempo era già senza unità di misura.

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