venerdì 3 giugno 2011

Ovomaltine

Mai saputo cosa fosse Ovomaltine per venticinque anni, immagino che il lettore invece lo sappia e si chieda “ma dove ha vissuto questa?”, e quindi non mi lancio in una stravagante spiegazione sulle proprietà della polvere d’orzo (ho comunque scoperto che è prodotta da Novartis, una ditta farmaceutica...), tra il resto sono un po’ infastidita dalla scelta del sito ufficiale che si propone solo in tedesco e francese. Ma a parte questo e la curiosità della scoperta tardiva, e il fascino svizzero, e la carta arancione e gialla che proprio evoca un tempo passato, di campagna e cioccolatini rubati di nascosto e mangiati nel fienile... a parte questo, Ovomaltine mi ricorda un tappeto verde che ricopre una montagna, anzi, almeno due, e di un fiume che nella valle s'allarga e si stringe perfetto come un profilo. E d'erba alta che mormora pettegolezzi d'amanti. Ovomaltine mi ricorda un pranzo in mezzo al fiume, tornanti su tornanti, una notte di centomila stelle almeno dentro e fuori l'acqua calda della terra. Ovomaltine è da adesso una testa appoggiata alla spalla, una corsa a chi arriva prima, una mano che mi fa ombra sugli occhi stanchi di sole. È il sapore fresco e prefetto di una bevanda che da nota e familiare diventa nuova e da sperimentare. È caramelle gommose alla frutta non più gommose nel portaoggetti dietro al freno a mano, e guardare dal finestrino e di colpo confondersi su chi si muove, lo sfondo o proprio io? Ovomaltine è una strada di sassi color argento, e un lago freddo dove immergere appena i piedi, è la canzone giusta per certi momenti di stachezza, è una carezza sui capelli quando i denti nervosi mordono le nocche.

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