lunedì 6 giugno 2011

L'assedio (incipit)


Mai ho avuto paura della morte in sè, per lo meno della mia, intendo. Sono una di quelle persone sciocche, che temono l’agonia, la sofferenza, il dolore piuttosto che la fine. Mi alleno. Ho così paura del dolore che me ne impongo a piccole dosi quotidianamente, per prepararmi a quando riincontrerò quello vero. Così da essere allenata, così da non trovarmi in balia di, come una sprovveduta. Per giorni non mangio ad esempio, così che il mio corpo si abitui a sopportare la fame. A volte lascio che le mani sbattano con forza sui muri, sulle ante, mi schiaccio le dita nella portiera, così che gli arti portino già segni, così che i denti si serrino silenziosi in automatico. Mi mordo, mi mordo le nocche delle dita, le spalle, mi mordo fino a che non vedo il sangue, così da poter attaccare per prima, da non subire solamente.
Non è da sempre che mi alleno, con oggi sono sette mesi. Sette mesi fa, oggi, mi hanno colta impreparata. Dopo l'assedio, così almeno chiamo l’evento, pensavo di voler morire, invece ho deciso di non aver più paura della morte, ho deciso di non essere mai più una vittima, ho iniziato il mio percorso.

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