mercoledì 8 giugno 2011

Lista mancata della pioggia continua

Non che oggi abbia continuamente piovuto, eppure mi sembra che da giorni stia piovendo sempre. Non che quando piove io sia particolarmente brillante o ispirata, ma corro di meno e cammino di più, certe volte senza ombrello. E capita che quando piove sottile mi si riempia più del solito la testa di pensieri, di progetti, di idee, di testi e di immagini. Li perdo sempre tutti, li perdo perchè piove e non ho la pazienza di cercare un riparo e cercare la penna e cercare il quadernetto e cercar di scrivere, li perdo perchè non ho memoria per queste cose; sono così abituata ad affidarmi a memorie esterne da rimetterci, mi sa. Però ricordo altre cose, ricordo tanti, tantissimi dettagli e parole dette e parole immaginate, ricordo benissimo le conversazioni (quando ascolto).
E oggi ricordo questa:
silenzio
sorriso
che ci fai qui?
dovevo far firmare un documento, tu?
lavoro laggiù
ti trovo bene (e comlimenti con gli occhi e lusinghe leggere)
grazie, sarà l'amore
l'amore?
non è che sia certa degli effetti estetici dell'innamoramento, ma forse sì, magari il viso ne guadagna in luminosità.
silenzio
capisco, quindi adesso frequenti qualcuno
mh mh (affermativo)
[passa una signora, è una donna dell'est, ha la pelle chiara, lo sguardo fiero, i capelli un po' biondi un po' grigi, non è molto alta, indossa orecchini d'oro molto corti, è piuttosto in carne, veste male con una maglia bianca e troppo larga a mezze maniche, i jeans senza forma, ha una borsa con la tracolla troppo corta, di certo ha un neo sulla nuca, poco più in basso dell'attaccatura. I capelli sono corti, quei tagli pratici da signora. Ha una luce negli occhi, una sorta di orgoglio, d'indifferenza a ciò che capita attorno. che abbia un obiettivo proprio scritto nella fronte? che stia andando a un appuntamento? No, per l'appuntamento si sarebbe vestita meglio. Forse va a prendere il bambino a scuola. Forse si è appena licenziata. Ecco, può essere questo. La immagino togliersi il camice (il grembiule? boh), appoggiarlo sul bordo della scrivania, prendere la borsetta beige e uscire quasi sbattendo la porta, pensando di certo udało się!/koniec!/..., pensando un ce l'ho fatta, finalmente... e adesso inizio a vivere... e andate a cagare. Ha proprio quello sguardo mentre passa ed è come se su di lei non stesse piovendo, è addirittura come se non stesse camminando, ma piuttosto scivolando, o muovendosi su un tapis roulant.]
cosa dicevi scusami?
non hai ascoltato?
scusami, pensavo ad altre cose... ripeti?
no, non importa. Ma quando torni?
a dir la verità non lo so, le lezioni son finite, quindi tornerò quando dovrò, poi t'ho detto /interrompe
sì (sorride), allora lasciamo che sia il mondo a decidere?
mah, lasciamo che il mondo provi a mischiar le carte, a decidere però ci pensiam noi, che dici?
carezza sul braccio, bacio sulla guancia
ciao allora
ciao.

E le spalle si voltano e la pioggia continua un po' a scendere, e il passo non accelera né rallenta, e la testa non si gira e pensa che forse la donna, se non si è licenziata, ha saputo che sua figlia si sposa, o magari ha appena detto il fatto suo a un rompiscatole, o comprato un volo proprio per laggiù, il laggiù per cui ha lavorato gli ultimi due anni. - e di colpo il tapis roulant diventa una passerella d'aeroporto, come quella d’Istanbul, che non c’è per davvero, ma è come se ci fosse là in alto, tra i due edifici, lì dove si vede il sole arancio e pieno che scende tra i velivoli, tra i minareti.

1 commento:

marco ha detto...

bella questa immagine della scala mobile. si fa sognare.

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