lunedì 16 agosto 2010

Schon

Sono seduti sulla panchina, lei lo spia da sopra gli occhiali. Si, ha gli occhiali, di quelli con la montatura sottile, che andava di moda una decina d’anni fa, la lente è a ovale, il sottile è dorato, da non crederci. È anche grassoccia, morbida a dir la verità, ma lei si sente un elefantino nei momenti migliori, in quelli peggiori non esce nemmeno, sta sdraiata sul divano con le gambe in alto, le stringe, le guarda da sotto, quasi che con la sola forza del pensiero possano dimagrire. È bionda, capelli alle spalle, occhi azzurri. È il tipo di ragazza che piace agli extracomunitari. Dicevo, lei lo spia da sopra e un po’ anche di traverso. Lui è moro, bianco anche lui di carnagione, alto. No, non bellissimo, ma ha un corpo equilibrato, un neo interessante vicino all’occhio, barba rasata da poco, labbra piatte, ma lisce e ben disegnate. Lui è di qui. Lei non è di lì. Lei non parla nemmeno troppo bene il tedesco, ma un po’ tedesca lo sembra. Lei pensa che di certo lui non ha intuito che lei non è tedesca. Lei non sa che lui non l’ha nemmeno vista e di certo non s’interroga sulla sua nazionalità. A lei gira per la testa un pensiero, un piccolo sognetto, uno scherzetto: glielo dico o non glielo dico? Dovrei dirglielo, cos’ho da perdere, al massimo mi ringrazia e niente… non può succeder niente di male. Certo che se invece va bene, beh, potremo iniziare a parlare, in inglese, o a gesti, o magari solo qualche parola e… non è sempre necessario parlare. Potrebbe sorridere, togliermi gli occhiali, forse s’impiglierebbero nel ciuffo, ecco, sistemato per benino nel fermaglio, potrebbe togliermi gli occhiali, dirmi che ho degli occhi molto belli, sì, gli occhi son di certo belli, anche il viso in fondo è carino, e solo perché non rispetto i canoni di magrezza che vengono propagandati dalla società occidentale non significa che io non sia bella… potrebbe apprezzare la mia leggera rotondità, giocare con seni adatti al secchiello dello champagne non solo alle coppette! Potrebbe alzare i capelli dal collo, sentire il profumo della mia pelle, giocare con la lingua dietro il mio orecchio, mordicchiare il lobo… gli sorriderei, mi fingerei sorpresa, direi “was… was machst du?” mi direbbe “dskcfjsloi nakjsdh” non capirei, mi volterei e con le ginocchia appoggiate alla panchina mi siederei sulle sue gambe, a quel punto sentirei il suo profumo, le mie mani tra i suoi capelli corti, i pollici a disegnargli il contorno della fronte, accuccerei il viso fino al toccare dei nostri nasi, sorriderei, mangiucchierei… sì devo assolutamente dirglielo, in fondo non può che fargli piacere sapere che una straniera seduta su una qualunque panchina di questa grande città lo trova bello. Di certo non nuoce, a me farebbe piacere… e poi si vedrà, inutile avere aspettative così com’è inutile avere timori… al tre, mi giro, lo guardo, sorrido, fingo di cercare le parole nella testa e socchiudo un po’ le labbra, poi via: esclamo, aspetto la reazione, eventualmente mi scuso per la pronuncia sbagliata, se non mi toglie gli occhiali con la passione nelle mani pazienza, saluto e scappo. Tanto non lo vedrò più, o forse dopo questo passeggeremo a lungo, andremo al cinema, sceglieremo strade da esplorare e gusti di gelato da assaggiare, di certo gli piace il gelato, magari è addirittura un gelataio, sarebbe perfetto se lo fosse, potrebbe raccontarmi i segreti della freschezza, spalmarmi di vaniglia… mi sembra che si muova, forse sta aspettando qualcuno, devo al più presto dirglielo, prima che scappi, tredueuno...ora!:

- Entschuldegung….
Ecco ho iniziato, non posso più tornare in dietro, non so nemmeno chieder l’ora, cazzo!
- Bitte?
Ha voce profonda, non sembra sentirsi disturbato, bene!
- Ich denke dass du bist schon…
Andata, l’ho detto, andata, yeeeee!!!
- Schon what?
Cazzo cazzo cazzo cazzo, dimentico sempre la umlaut! Cazzo!

2 commenti:

Sugar Mais ha detto...

Coitus interruptus, decisamente frustrante.
Perchè non dici subito che occorre conoscere il tedesco per capire la battuta finale ?

Sara Passeggini ha detto...

Accetto la critica, avrei dovuto avvisare o mettere una nota che specificasse il gioco di parole. A mia discolpa però replico che non è il tedesco quello che si deve conoscere, bastano 2 parola: Schöne che significa bello e schon che significa già (e che pronunciate da uno che non sa la lingua, come la giovane del testo, risultano facilemnte interscambiabili)

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