giovedì 19 agosto 2010

Conversazione sull’amore

...Ti penso, e tu? dimmi, mi hai pensato?", 
"Se ti telefono...", 
"Ma non vorrai essere logico!"
tratto da Crampi, Faustra Squatriti
 
Questa conversazione è un piccolo omaggio a F. S., 
da una sua frase infatti si è sviluppata nella testa e intrecciata con le realtà.


La conversazione avviene un mattino, tra un uomo e una donna amici di recente data. Tra loro non ci sono fini amorosi, dalla porta finestra in fondo alla stanza entra una luce fresca, le montagne dipingono il fondale e sembrano quasi entrare per sdraiarsi scomposte sulla poltrona blu appoggiata al vecchio tavolo.


-ma se Lui ti chiedesse se lo ami? Cosa risponderesti?
-se Lui mi chiedesse se l’amo mi cadrebbero le braccia (detto con freddezza e razionalità, con gli occhi che guardano in alto a destra, che cercano un appiglio a metà montagna, mezzo ricordo, persino solo un credibile film, altro)
- beh, dipende dal momento no?
-sì, forse dipende dal momento. Di sicuro dipende dal momento. Guarda che il mio non è cinismo, è che non ce la faccio a costruire se nella mia mente. Non posso nemmeno nella mia testa fingere l’amore e dare delle risposte quando non c'è nella sua spontaneità, o c’è o non c’è. C’è stato, ma non lo ricordo più. Non mi ricordo più l’assenza di logica che lo caratterizza. L’unione di assurde dolcezze di cui si nutre. La deficienza confortante che ne fa un’arma verso il moto malato del mondo. Le ho dimenticate queste cose. E da essere umano lucido e non innamorato non posso concepirle, né immaginarle.
-beh, ma se le hai vissute non puoi averle dimenticate, magari non vuoi spolverarle, desideri tenerle sepolte, sotterrate, sottochiave, incatenate in cantina, riposte dentro la cassaforte cui hai dimenticato la combinazione incastonata nel muro dietro al quadro ridipinto dalla vicina di casa di tua madre cinque anni fa.
- ma che stai dicendo?? (sorridendo, e ringraziando per la demenzialità sdrammatizzante) Il fatto è che le ho vissute, e ricordo le amorose sciocchezze altrui, del mio compagno, dei miei compagni, ma non ricordo cosa provassi a quelle manifestazioni d’affetto di generale femminile attribuzione che ricevevo con sorpresa da parte maschile, non ricordo se ne gioissi genuinamente o se fingessi di gioirne per convenzione sociale accettata e lusingante piacere del vedermi causa scatenante di tanta mielosità.
Davvero, non ricordo.
-è un peccato tu l’abbia dimenticato così bene.
-hai ragione, è una colpa.

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