In treno.
Avevo freddo e dormicchiavo, davanti a me in diagonale una signora con una giacca verde, in stoffa. solo il seno ad indicare che non era un signore.
Sui quattro sedili alla destra invece due stranieri di carnagione chiara e una donna magra magra e spettinata con cane giovane e molto bello.
Dormicchiavo, avevo freddo.
Sognavo che mi si spiegava russo, i verbi di moto, e spiegandomi le cose mi si carezzava il petto sopra i vestiti, il gelo mi carezzava il petto, a ogni spiegazione. Ondate carezze ghiacciate sul petto a ogni coppia di verbi.
Poi mi sono svegliata, il cane mi guardava come se capisse.
Circondata dalle rappresentazioni, dalle narrazioni. Provo a interpretare, a leggere il mondo. Cerco brandelli di realtà, poi rinuncio, poi capisco; e senza pretese m'immergo nello scambio.
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