domenica 6 novembre 2011

Inventio (nel senso latino che unisce inventario e invenzione) senza scopo (nel senso che niente aggiunge o toglie a una sensata visione del mondo)


Ho tagliato i capelli di corsa, l’altro giorno. Così in fretta che ho solo rasato le parti laterali mantenendo intatta la lunga ciocca, legata da una molletta nella parte centrale. Non l’ho davvero mantenuta intatta, col rasoio per sbaglio ho appena preso un ciuffo, ho sentito il rasoio inceppare, ho spento, recuperato la borsa e perdifiato corso verso il treno.
Leggevo, vagone pieno, circa l’una, al mio fianco una signoruzza occhiali su punta del naso più catenella, davanti a me due giovani di colore, di fronte a sinistra (io sedevo controverso)  quattro giovani chiacchieronsuperficialfastidiose piene di borse cartonate coperte da loghi di note marche. Con naturalezza ho tolto la molletta per poggiare la testa sul sedile e lasciarmi addormentare qualche minuto. Quel dormire abbandonato, breve e pieno di sogni, con la testa che cade e si rialza in loop. Tolta la molletta però ho visto la prima bionda guardarmi e strabuzzare gli occhi. È l’acconciatura punkcasuale, ho pensato quasi con fierezza, sempre bello shockare le benpensanti. Poi abbasso lo sguardo sulla maglia e puf, lì giace un fitta ciocchettina di capelli, finalmente rilasciati dalla molletta dopo lo spregiudicato taglio errato. Arrossisco, faccio per toglierli dalla maglia di lana, ma sono tanti, si sparpagliano, non sono lunghi, mi sfuggono. Smalto rosa Poochie continua a guardarmi bocca aperta. Bene, mi dico mentre anche le altre girano perplesse il viso, inizia lo show. E piango in silenzio. Raccolgo i capelli dalla maglia, li butto nella tasca cestino metallica sotto il finestrino, e ogni gruppetto dorato gettato respiro più a fondo, ogni passaggio di mano il peso della vita che cresce, preziosa bellezza buttata. Sì, la malattia è terribile, bisogna combattere e farsi forza, bisogna accettare che sono solo capelli. Che sono solo capelli, e le lacrime scendono. E piano li tolgo tutti, e ogni tanto uno sguardo triste ai sedili di sinistra ormai silenziosi e turbati. Sì, perchè non tutti hanno una folta chioma, perchè magari, tu sciacquetta pronta a criticare il tagliopunkcasuale, non hai pensato nemmeno per un minuto che forse...; e mentre prendo un fazzoletto dalla borsa per asciugarmi gli occhi penso Ecco, forse è brutto scherzare su queste cose, ma pensa a cosa pensa adesso. Magari che sto morendo, magari che la vita ha una fine, che l’aspetto a volte cambia anche senza che lo vogliamo, che c’è chi sta peggio, che l’unghia scheggiata non è un dramma così grande, che come insegna Paulo Coelho bisogna vivere ogni giorno come se fosse l’ultimo, e essere se stessi...
E ammetto che un po’ ghigno dentro di me, che il teatroinvisibile non è morto e che lo si può portare avanti con un po’ d’improvvisazione; penso che il mio cinismo e la mia intolleranza verso le persone sfiorano i limiti di guardia, che il lettore Anonimo sarà pronto ad attaccare un uso poco delicato della malattia per scopi non specificati. E a questo lettore, che già non tollero, rispondo che si tratta dell’effetto ipotiposi, una rappresentazione della realtà più vivace della realtà stessa, ma anche che forse non è la realtà, è solo l’immaginazione; e aggiungo anche, tirandomela un po’, che l’argomento con cui si anticipa la mossa dell’avversario (l’intollerabile lettore Anonimo) per difendere e attaccare, è la prolessi.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

se non tolleri i lettori anonimi dovresti fare a meno di tenere un blog pubblico...

ci sono ottime impostazioni per la privacy!

Sara Passeggini ha detto...

:) Eccoti Eccoti!

Guarda che è solo te che non tollero, non tutti i lettori anonimi

Anonimo ha detto...

Mi inginocchio di fronte ai tuoi pensieri profondi, al tuo essere una vera alternativa che si fa le acconciature anticonvenzionali in un brutto mondo superficiale che giudica solo le apparenze...sei così fuori dagli schemi, così incompresa, così originale e diversa da tutto e da tutti...così matura, ma allo stesso tempo così giovane con un universo intero da scoprire!

Anonimo ha detto...

non credo che si debba essere menti geniali a capire che avrei commentato...non mi sembra che ci sia la fila di commentatori o di gente iscritta a questo blog...se ti danno fastidio le critche e vuoi solo che la gente ti dica "brava!brava!" forse avere un blog pubblico non è il modo giusto.

Anonimo ha detto...

detto questo, chiudo la polemica e tanti cari saluti...hai perso il tuo unico lettore (o, almeno, commentatore)

leggevo il tuo blog perchè mi faceva sorridere, preferisco dedicare il mio tempo libero ad altre attività

uno scrittore senza lettori può essre chiamato tale? E se scrivi per te stessa, perché allora lo fai in un luogo pubblico?

saluti

Sara Passeggini ha detto...

Faccio un profondo respiro e anzichè accanirmi alla gratuità delle tue provocazioni, o alla generosa cattiveria (probabilmente un po' ingiustificata, visto che non credo di conoscerti), ti dico alcune cose che mi sembrano importanti.
- Secondo me nel tuo modo di leggere questo blog c'era una confusione di piani, sei partito dal presupposto che io parlassi di me solo perchè uso la prima persona, e ti sei sentito chiamato in causa come se ci conoscessimo.
- Mi sembra che nelle tue critiche ci sia un ragionamento fallace, in particolare in questi ultimi commenti mi attacchi con un argomento ad personam anziché criticare il testo. Cioè con malvagia ironia punti il mio stile di vita o di pensiero o di comportamento (peggio, riprendendo il primo punto, quello che assumi sia il mio stile/taglio/...).

Mi spiace che abbia frainteso i miei intenti, che mi abbia scambiata per una scrittrice e che tu non riesca a cogliere e godere dei piani diversi rispetto all'aderenza alla realtà con cui gioco in questo spazio, che è sì pubblico, ma da me gestito. Accetto le critiche feconde, quelle al testo, non gli sputi che vengono da chi non ha nemmeno il coraggio di firmarsi. E devo essere sincera, non credo di volere un lettore così, così arrabbiato e frustrato, così polemico e insoddisfatto. E se tra i lettori ne resta solo uno e si tratta di mia sorella o del mio compagno pazienza, se il lettore capita a caso e dopo un attimo cambia pagina pazienza, si tratta di un gioco, di parole che provo a stendere con media cura; di uno spazio e di un intento che a dir la verità non meritano il tuo accanimento, così come io non merito un attacco alla mia persona.

Archivio blog

unknown ID