giovedì 6 ottobre 2011

impronte digitali

Bevo un drink, ma prima pulivo il bagno, a fondo.
Non riesco a scrivere né a leggere con la casa così sporca dall'assenza, dagli impegni, dal disinteresse, dal disordine.
È tempo di sfregare, di detersivi, di cambiare il posto dei mobili, di svuotarli.
È tempo d’accogliere l’autunno e di vuoto, di vento nella bocca, nelle stanze.
Così, ancor prima di svuotare la valigia ho iniziato a pulire il bagno, perchè è la stanza più piccola e perchè le piastrelle, i pavimenti i sanitari sono bianchi, e perchè la polvere e l’umido insieme sono talmente tristi. E così col vestito nero e le scarpe rosse ho messo i guanti in lattice e ho iniziato a pulire ogni centimetro, la vasca il water, il bidet il lavandino, lo specchio, la lavatrice. Le piastrelle sulle pareti, i porta sapone, i ripiani, le antine interne ed esterne dei mobili, poi la porta. E mentre pulivo la porta, strofinandola con la spugnetta, così vestita coi guanti in lattice, ho realizzato che ora, di certo, in tutto il bagno non c’è più alcuna traccia di P., forse nel resto della casa, mi sono detta. Ma ho imbiancato dopo la partenza, e poi ho pulito, e poi si è risporcato, e poi ho pulito.
E quindi realizzo che forse non ci sono più impronte digitali, nel gelso. Che il tempo ha cancellato ciò che rimaneva. Qualche oggetto nella scatola ancora, qualche foto sgualcita, ricordi mediati dagli anni, forse dentro a qualche libro rimane un indice leccato, ma in fondo non leggeva quasi mai.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ma...il bagno ogni quanto lo pulisci?

Sara Passeggini ha detto...

3
:)

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