Bevo un drink, ma prima pulivo il
bagno, a fondo.
Non riesco a scrivere né a leggere
con la casa così sporca dall'assenza, dagli impegni, dal disinteresse, dal
disordine.
È tempo di sfregare, di detersivi, di cambiare il posto dei
mobili, di svuotarli.
È tempo d’accogliere l’autunno e di vuoto, di vento nella
bocca, nelle stanze.
Così, ancor prima di svuotare la valigia ho iniziato a
pulire il bagno, perchè è la stanza più piccola e perchè le piastrelle, i pavimenti
i sanitari sono bianchi, e perchè la polvere e l’umido insieme sono talmente
tristi. E così col vestito nero e le scarpe rosse ho messo i guanti in lattice
e ho iniziato a pulire ogni centimetro, la vasca il water, il bidet il lavandino,
lo specchio, la lavatrice. Le piastrelle sulle pareti, i porta sapone, i
ripiani, le antine interne ed esterne dei mobili, poi la porta. E mentre pulivo
la porta, strofinandola con la spugnetta, così vestita coi guanti in lattice,
ho realizzato che ora, di certo, in tutto il bagno non c’è più alcuna traccia di
P., forse nel resto della casa, mi sono detta. Ma ho imbiancato dopo la
partenza, e poi ho pulito, e poi si è risporcato, e poi ho pulito.
E quindi realizzo che forse non ci sono più impronte
digitali, nel gelso. Che il tempo ha cancellato ciò che rimaneva. Qualche oggetto
nella scatola ancora, qualche foto sgualcita, ricordi mediati dagli anni, forse
dentro a qualche libro rimane un indice leccato, ma in fondo non leggeva quasi
mai.
2 commenti:
Ma...il bagno ogni quanto lo pulisci?
3
:)
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