giovedì 21 luglio 2011

Forse dovevamo capirlo subito


-         Forse dovevamo capirlo subito che non poteva funzionare.
-         In che senso non poteva funzionare?
-         Ma sì, non può funzionare, siamo stati degli stupidi, avremo dovuto capirlo, avrei dovuto capirlo, soprattutto dopo...
-         mi stai lasciando?
Silenzio
-         non è che le persone si lasciano e si prendono, non abbassiamoci anche noi, ti prego, al linguaggio pieno di virus usato dalla tv e dai fumetti, si investe in relazioni, si assecondano stimoli e impulsi...
-         ma che dici? Ci sono fumetti scritti benissimo, ma tu, al solito, ti metti in cima alla sedia e guardi giù. E quello che ti sembra diverso dal tuo stile diventa irrimediabilmente peggiore.
-         Non cambiare argomento, oppure sì, cambialo, fai quello che vuoi. No comunque, non voglio lasciarti perchè non ti ho preso. Per un periodo abbiamo provato a stare insieme ma non funziona e non ho intenzione di accanirmi per fare in modo che funzioni. Forse abbiamo nature incompatibili, o se non è così non so, di certo non vogliamo le stesse cose. Mi sembra di percepire nitidamente, a volte, la fatica che fcciamo.
-         Perchè ci giri intorno, perchè fingi di addolcire una piccola che così si fa ancora più amara. Perchè butti la colpa su entrambi anzichè ammettere che ti sei stufato? No, tu mi guardi dalla tua sedia e dici che abbiamo nature diverse, che percepisci che facciamo fatica a stare insieme. Facciamo. Così dici. Ma io non faccio fatica, e se la faccio magari mi va di farla, è lecito voler fare fatica, no? Una buona parte della nostra cultura del cazzo è basata sull’idea che è sacrosanto e giusto fare fatica...
-         Perchè hai bisogno di sentirti rifiutata? Perchè mi obblighi a farti soffrire? Perchè non guardi alla realtà e non ti togli le vesti della vittima? Non ti sto rifiutando, e mi rifiuto, scusa la ripetizione, di rifiutarti. E non solo perchè sei tu, in generale non potrei mai rifiutare qualcuno, è del tutto fuori luogo, poco etico, incivile. Non si rifiutano le cose, figuriamoci le persone. No, mia cara, non ti sto rifiutando, sto piuttosto dicendo che la nostra relazione non funziona, è affaticata e pregna di dinamiche sbagliate, e io non ho abbastanza amore e pazienza e tempo da investire nel recupero di questo rapporto.
Silenzio
-         ok, credo che basti, credo di aver capito. E sì, ora credo anche di essere ferita abbastanza da starmene zitta e lasciarti andare. Ah no, scusami, non posso lasciarti andare visto che sei figlio del libero arbitrio. (risata amara, labbro che scende a sinistra, occhi che si colmano di lacrime).

Lui ha ragione, lei sapeva che sarebbe finita così. Avrebbero dovuto accorgersene da subito. Forse se ne sono accorti da subito. Ma le cose si mettono a tacere in amore, no? Mai si colgono i piccoli segni. Si evita di riconoscere quella smorfia che da subito ci irrita. La si evita fino a quanto tutto il viso non si fa smorfia. E allora l’amore finisce e scompare il viso. Forse funziona sempre così. Loro non hanno scuse. Non ne hanno nemmeno bisogno visto che la cosa è nata sviluppata e finita tra le loro mani. E noi? Siamo attenti o abbagliati? Fingiamo di non riconoscere che non può che finire? O forse ci crediamo davvero? E lui, che sembra così saldo, diplomatico e corretto, lo è davvero? Non si sta nascondendo dietro alle parole? Avrà sofferto anche solo un istante per la fine di questo amore? E poi ogni cosa fa storia a sé, ogni rapporto è gestito a due, o a tre, ogni persona è un mondo di... bla bla bla.

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