sabato 18 settembre 2010

La plastica che ricopriva il manico della moka orgasmica – ovvero: vivere da soli parte 107

Ho una moka. La stessa da sempre, mi ha seguita in ogni stato e città che ho visitato.
È una moka che fa un suono pazzesco quando il caffè è pronto e spruzza da ogni parte il liquido prezioso. La chiamo la moka orgasmica, scherzando, e senza di lei, forse, dormirei e basta.
È una moka metallica, con la panciotta per l’acqua più larga del busto dove sgorga il caffè.
Ha un manico di metallo curvilineo che era coperto da una plastica rossa.
Questo è il punto della riflessione di oggi: la plastica che ricopriva il manico.
Ora quella plastica non c’è più. C’era, ma con il tempo e i diversi tipi di gas (forse anche spinti per accelerare l’uscita del caffè, il suono del paradiso, il profumo del mattino…) si è colata lentamente ogni mattina, e poi si è solidificata con forme curiose durante il giorno.
A me non è mai venuto in mente di toglierla, perché era parte della moka. Così, spesso, la mattina, mi scottavo un po’ le mani; mi si attaccava la plastica bollente alla pelle delle dita.
La cosa era fastidiosa, ma comunque sopportabile. Comunque non volevo cambiare moka, quindi la plastica liquida a volte si attaccava a me, altre alle presine, a volte una goccia rossa cadeva sul gas.
Un giorno è tornato P. a casa, a trovarmi. Anche lui aveva usato sempre quella moka quando vivevamo insieme, ma la moka era più mia che sua, sia per anzianità che per quantità di caffè. Ha visto l’operazione di scottatura e mi ha guardato come se di fronte a lui ci fosse la persona più idiota del mondo. Mi ha bloccata, ha detto: “Saarrraaaa!”, e con la presina ha tolto la plastica deforme e molliccia che ricopriva il flessuoso manico metallico.
Mi sono appena fatta un caffè, lo sto bevendo ora, ma mentre lo versavo, di colpo, mi è tornato in mente il momento della liberazione dalla lieve scottatura mattutina, e di colpo ho realizzato che di certo sono vittima inconsapevole e continua di una lunghissima serie di disagi quotidiani di cui nemmeno mi curo, perché leggo e penso ad altro, perché scrivo e non vedo veramente, e, almeno nelle cosa pratiche che affronto nel quotidiano sopravvivo solo grazie ai ciechi automatismi.

3 commenti:

panzerstoss ha detto...

Saaarrraaaa - fragment ulubiony :)

Sara Passeggini ha detto...

Prawda jest ze tu sama nie ma upgrade... :)
prawdopodobnie bylbys shokowany po mojego prymitywnego stylu zycia...:P

uovofritto ha detto...

"sono vittima inconsapevole e continua di una lunghissima serie di disagi quotidiani di cui nemmeno mi curo, perché leggo e penso ad altro, perché scrivo e non vedo veramente, e, almeno nelle cosa pratiche che affronto nel quotidiano sopravvivo solo grazie ai ciechi automatismi"

Detto veramente bene.

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