L'altra notte non riuscivo a dormire, e
nel dormiveglia ho pensato alla zia Ida. Non so bene perché, avrà
avuto a che fare con Venezia, con la vecchiaia, col cantare forse. Ho
il ricordo sbiadito della zia che rimprovera qualcuno a tavola perché
canta o forse è la nonna che rimprovera la zia perché canta a
tavola. E questo rimprovero è un detto che non mi viene in mente,
chi canta a tavola... e mi manca la seconda metà.
Così, nella notte insonne, - per non
pensare al parcheggio milanese nella zona della movida e nell'ora di
punta serale che non sarei riuscita a trovare il giorno dopo, per
andare a fare servizio-, pensavo alla zia Ida. So molto poco di lei,
ricordo che per tanti anni, ogni anno, lei e lo zio Mario (suo
fratello), trascorrevano qualche settimana a casa della nonna.
Ricordo bene me e la zia a passeggiare nel villaggio, a comprare un
gelato confezionato al Baroldi.
Mi ricordo bene il suo profumo,
d'incenso, di naftalina, di cipria, un odore polveroso. Aveva la
pelle molto chiara, e sottile sottile come i vecchi, forse è più
vecchia della nonna; ho nitida l'immagine di lei con un camice
azzurro a piccoli fiori. A quanto ne so ha vissuto tutta la sua vita
con il fratello, legenda narra dopo una delusione d'amore. Dello zio
Mario ricordo il volto, e poi che era alto e vestiva di marrone, e
che riusciva a sbucciare una mela mantenendo un solo lungo ricciolo
di buccia.
La zia Ida arrivava in treno da Venezia
e regalava gioielli con le pietre. Ho varie parure blindate tra i
gioielli della comunione e della cresima mia e delle mie sorelle. Una
volta siamo andati a trovarla, lo zio Mario era già morto. Era
estate o forse era inverno, ricordo comunque che a casa sua era
troppo freddo o troppo caldo. La casa mi era sembrata molto piccola,
spoglia e modesta, un appartamentino in un casone nelle periferie di
Mestre. Adesso che ci penso, mi ricordo anche che come intercalare
diceva “ciò”. Della sua vita veneziana non so nulla, né se
lavorava, né se ha mai fatto l'amore. Non so come sia imparentata
con noi, né chi sia Eva, nome che associo alla zia, una donna dai
capelli lunghi e orecchini lunghi, che devo aver visto qualche volta,
da bambina.
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