sabato 12 gennaio 2019

La zia Ida, così, dall'insonnia.

L'altra notte non riuscivo a dormire, e nel dormiveglia ho pensato alla zia Ida. Non so bene perché, avrà avuto a che fare con Venezia, con la vecchiaia, col cantare forse. Ho il ricordo sbiadito della zia che rimprovera qualcuno a tavola perché canta o forse è la nonna che rimprovera la zia perché canta a tavola. E questo rimprovero è un detto che non mi viene in mente, chi canta a tavola... e mi manca la seconda metà.
Così, nella notte insonne, - per non pensare al parcheggio milanese nella zona della movida e nell'ora di punta serale che non sarei riuscita a trovare il giorno dopo, per andare a fare servizio-, pensavo alla zia Ida. So molto poco di lei, ricordo che per tanti anni, ogni anno, lei e lo zio Mario (suo fratello), trascorrevano qualche settimana a casa della nonna. Ricordo bene me e la zia a passeggiare nel villaggio, a comprare un gelato confezionato al Baroldi.
Mi ricordo bene il suo profumo, d'incenso, di naftalina, di cipria, un odore polveroso. Aveva la pelle molto chiara, e sottile sottile come i vecchi, forse è più vecchia della nonna; ho nitida l'immagine di lei con un camice azzurro a piccoli fiori. A quanto ne so ha vissuto tutta la sua vita con il fratello, legenda narra dopo una delusione d'amore. Dello zio Mario ricordo il volto, e poi che era alto e vestiva di marrone, e che riusciva a sbucciare una mela mantenendo un solo lungo ricciolo di buccia.
La zia Ida arrivava in treno da Venezia e regalava gioielli con le pietre. Ho varie parure blindate tra i gioielli della comunione e della cresima mia e delle mie sorelle. Una volta siamo andati a trovarla, lo zio Mario era già morto. Era estate o forse era inverno, ricordo comunque che a casa sua era troppo freddo o troppo caldo. La casa mi era sembrata molto piccola, spoglia e modesta, un appartamentino in un casone nelle periferie di Mestre. Adesso che ci penso, mi ricordo anche che come intercalare diceva “ciò”. Della sua vita veneziana non so nulla, né se lavorava, né se ha mai fatto l'amore. Non so come sia imparentata con noi, né chi sia Eva, nome che associo alla zia, una donna dai capelli lunghi e orecchini lunghi, che devo aver visto qualche volta, da bambina.

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