stasera ho riordinato le foto sul PC, sparse qua e là negli anni
e nei luoghi e nelle cartelle e nel download c'erano alcune foto di
me e della bambina.
non ci facciamo quasi mai foto, eppure nel corso del tempo il padre ne ha rubate alcune.
rubate, e si vede.
stiamo spesso un po' distanti, quasi a una distanza di sicurezza.
solo in un paio ci teniamo per mano camminando.
sul tenerci per mano camminando ho fresco un aneddoto, al posto di una foto.
un giorno ho accompagnato la bambina a scuola.
siamo partite da casa presto, perché io non ero sicura del
parcheggio e della strada e siamo due ansiose.
in macchina ha ascoltato una fiaba, io guidavo con attenzione,
c'era un bel sole fuori, forte abbastanza da inchiodare un pezzo di
scialle al finestrino e farne una tendina per la bambina.
arrivate non c'era parcheggio ma c'era poco distante e l'abbiamo
messa alla stazione.
siamo scese e ci ha inghiottite un freddo freddissimo. abbiamo
camminato a passo veloce per scaldarci. io avevo la cartella in mano.
la bambina faceva per prendermi la mano, così ho spostato la
cartella e preso la manina.
e la teneva forte questa mano mentre raccontava storie sulle case
della via. poi abbiamo fatto una scaletta, la bambina aveva dei
pantaloni un po' a zampa e quando faceva il gradino le sbucava solo
la piccola punta delle scarpette viola.
e tra punta di scarpette e manina stretta stretta, ho sentito
della tenerezza.
poi lì davanti a scuola raccontava cose tecniche sull'interno
dell'edificio.
lì a fianco c'erano dei giardinieri che tagliavano un albero o
dei rami (uno di loro era arrampicato), e ne abbiamo parlato un
pochino.
poi su una panchina freddissima abbiamo letto un libercolo scelto
prima di uscire di casa, uno corto, per sicurezza se per caso poi
arriviamo lì presto e bisogna aspettare.
un bel libretto su un lupetto ben educato, con tanto di
capovolgimento finale.
e poi abbiamo suonato il campanello e siamo entrate, la
ricreazione era appena iniziata e la bambina è andata verso la
classe senza salutare, e io ho fatto per seguirla per salutarla e la
bidella mi ha fermata: signora non può andare. e allora ad alta voce
io: bambina! e la bambina si è voltata e veloce la mano ha guizzato
un ciao.
Circondata dalle rappresentazioni, dalle narrazioni. Provo a interpretare, a leggere il mondo. Cerco brandelli di realtà, poi rinuncio, poi capisco; e senza pretese m'immergo nello scambio.
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