martedì 28 luglio 2015

5.11 - La delusione

Ho guardato 81 puntate di Queer as a folk, ottantuno. Durano una media di 56 minuti a puntata. Un totale di ore che non so neanche calcolare senza mettermi a fare i calcoli dei sessanta minuti e così via (almeno 75 ore comunque). 
Ottantuno puntate. 
E a due puntate dalle fine della quinta serie decido che non vedrò le ultime due. Sono arrabbiatissima. Mi sento presa in giro, truffata.
Mi sono molto affezionata a Brian, e anche identificata con lui, con la coerenza di cui mi pareva capace, mi è piaciuto fin dall'inizio il suo portare avanti un'idea di amore diverso, non convenzionale, imperfetto, ma quantomeno ritagliato su di sé e sui propri bisogni, una questione di onestà. L'ho visto ammorbidirsi, indurirsi, mi pare persino di conoscere a memoria il suo corpo visto che fa un sacco di sesso in ogni puntata, e adesso lo fanno sposarsi. Alla terzultima puntata chiede di sposarlo a Justin, gli compra pure una bella casetta fuori città. E glielo chiede perché ha paura di perderlo. Perché Justin di colpo vuole una famiglia. Ma dio mio! Ma davvero così di colpo si snatura un personaggio e si dà il contentino alle casalinghe che vogliono il romantico dappertutto? Soprattutto quando viene redento il cattivo! Non ci posso credere.
Perdo la speranza, e mi vergogno e sorprendo che nessuno osi proporre una narrazione che provi a superare le convenzioni. Mi dispiace moltissimo che gran parte del mondo (omosessuali in primis) non osi fare una battaglia più grande, che veda trionfare l'amore in forme originali, personali, innovative, non sempre e comunque legate all'ideale di famiglia.
Mi sento tagliata fuori dalla narrazione, chi non vuole una famiglia non ha spazio nelle narrazioni, se non come figura caricaturale e fredda. È spiacevole non potersi identificare con nessuno, è spiacevole che uomini e donne sulla trentina non possano essere rappresentati come persone con un'identità forte e onesta anche senza che facciano o desiderino fare una famiglia, è disdicevole che chi ha sui trentanni e non vuole (con tanto di motivazioni sensate, di progetti di vita e desideri e impegno) fare una famiglia sia ritratto come un incapace, una persona poco seria o non sia per nulla ritratto.
Ecco, non guarderò le ultime due puntate, e anche se alla fine rinsavisse e non si sposasse non m'importa. Resterò con la mia delusione.

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