giovedì 14 marzo 2013

Il tempo è un bastardo

Il tempo un bastardo è un romanzo che ha per protagonista il tempo, e le vite. Il trascorrere degli anni, gli intrecci e le spaccature. Bambini che crescono e giovani che invecchiano, e grattacieli che salgono o si consumano. È un romanzo bello, che non vuole, né prova, a dire tutto, che si concede di aprire parenesi graffe quadre e tonde, e chiudere parentesi e ogni tanto lasciarne qualcuna aperta. Eppure è bello, e becca tante cose, tanti stati d'animo, e momenti di ognuno, e a volte, soprattutto con persone secondarie, ha la capacità di inquadrare l'esistenza e narrarcela tutta da quell'istante alla fine. E quando il libro termina si ha la sensazione di non avere risposte, né fatti, ma qualcosa d'impalpabile che non si riesce a cogliere fino in fondo. Come il tempo appunto, come la vita.

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Oggi ho immaginato di passeggiare con A. già un po' più grande. Per la strada diceva o combinava qualcosa che incuriosiva un passante. Questo le diceva: “devi dire alla tua mamma che...”, io guardavo A le dicevo: “glielo dico io o glielo dici tu?”. Ed eravamo serene, divertite e complici nel dichiararci non madre non figlia.

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