E di colpo lui diventa bello.
Di colpo il corpo diventa di carne, e
vien voglia di stringerlo tra le mani.
E si muove, scomposto e perfetto.
È la bellezza di chi sta dentro a ciò
che fa, di chi non cerca per forza ad ogni costo l'estetismo, è la
naturalezza. Agio. Donarsi.
Ieri concerto, e sembra già una vita
fa, perché non so, cambiano i posti e le persone e il tempo sembra
premere sull'acceleratore. Ieri concerto in una Bologna calda venata
di aria fresca a intermittenza tra le teste delle persone. Un
concerto generoso, che non si è risparmiato nulla, che ha pescato
brani del passato, dei passati, e di adesso.
E persone, millemila persone diverse
volontariamente nello stesso posto, caldo o freddo che sia, pioggia o
sole che picchi. E a me sorprende sempre tanta gente in un posto,
come in certi festival affollati, dove si cammina sui bicchieri di
plastica bevuti e gettati e schiacciati dalle masse. Millemila
persone che sanno testi a memoria, che investono tempo e denaro per
essere lì, e vedere tra una testa e l'altra qualcuno.
E quel qualcuno ieri sera era bello ed
era lì, ed era una persona, (e no, non lo credevo una non persona
prima), intendo che era proprio lui, con il corpo e la fatica.
E anche se lo spagnolo davanti è
ubriaco e spagnolo, e anche se la figlia delle danze popolari ha una
massa di capelli così crespi che mi grattugia il braccio, e l'uomo
muro non si smuove di un centimetro, e gli innamorati sembrano
volermi usare come parete e il gruppo alla destra chiacchiera... beh
io sbircio tra una spalla e una testa, e vedo solo lui. E tutto è al
proprio posto.
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