Ci sono saluti, anche semplici saluti, che colgono nel
segno. Si tratta di quanta è la gioia che li compone, di quanto strette le mani
serrano il volto, di quanto restano le labbra appoggiate alla guancia. Si
tratta di libera familiarità, di comoda familiarità. Di soddisfazione forse. Ci sono saluti che al
posto di buonviaggio sanno di benvenuto. Sì, un ciao che vuol dire ti accolgo,
anche se non è previsto un vedersi, un rivedersi.
Circondata dalle rappresentazioni, dalle narrazioni. Provo a interpretare, a leggere il mondo. Cerco brandelli di realtà, poi rinuncio, poi capisco; e senza pretese m'immergo nello scambio.
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