Sogno in polacco, spesso.
È stato due anni fa l'ultimo viaggio
in Polonia, eppure la notte, regolarmente, sogno in polacco. Mi
stupisce al mattino ricordarlo, ma è bellissimo che nelle notti il
cervello parli quella lingua e costruisca frasi e cerchi vocaboli. È
un regalo che mi faccio da sola, forse perché ho il timore grande di
dimenticare tutto.
E così certe notti torna Paka, certe notti
Marzena fa una festa, certe notti metto dei bulli al loro posto.
Biascico qualche parola che tiro fuori
non so da dove, racconto cosa faccio, litigo a volte.
E il mattino mi alzo e provo un po' di
nostalgia, nostalgia linguistica, di suoni e parole dormienti.
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