Nella nuova casa c'è poca luce, ne
soffro molto, mi pare di non trovare una mia posizione, non c'è una
finestra da cui guardare, né uno spazio sotto la finestra dove
mettere il tavolino col pc, sicché perfino al tavolo non sono nella
mia posizione. Abbarbicata sulla sedia temporeggio, cerco di mettermi
comoda.
Dalla finestra aperta entrano i suoni
del villaggio nella cittadina. Stasera suona quasi a festa, è una
sera che finalmente pare d'estate. Nessun grillo però.
Ogni volta che entra il rumore di una
moto l'animo si mette all'erta, quasi stesse arrivando l'amore.
Ieri sera ho litigato. Litigo di rado,
soprattutto con le persone con cui non sono intima. Ieri sera ho
fatto una di queste liti, una lite ideologica, una lite per questioni
di principio.
Ero a una cena tra amici. E come nei
film francesi si è partiti bene e poi sono uscite tante cose prima
di uno poi dell'altro, poi all'ennesimo voi donne noi uomini, non so,
m'è scattato il risentimento.
Dentro di me una grande convinzione: S,
la maggior parte delle volte che senti una cosa su cui non sei
d'accordo stai zitta, capisci subito che non vale la pena. Ma adesso
sei a una cena tra amici, tra persone che stimi, un gruppo di poche
persone con cui spendi del tempo, non può non valere la pena
spiegare il tuo punto di vista.
Sbagliavo, ci sono convinzioni
(sciocche) tanto radicate che anche le persone che stimi non
vogliono capire. E anche se le spieghi argomentando, la risposta non
è un'altra argomentazione, ma statistiche inventate, contentini di
poco conto, ad esempio:
- se chiedi a un uomo e a una donna che guardano la tv a cosa stanno pensando: la donna ti farà un pippone dei suoi pensieri, l'uomo dirà niente. Sacrosanta verità.
- Non dico che le donne sono meno, le donne sono di più.
- Ti ritengo una persona abbastanza intelligente per capire che una rivoluzione è in atto, ma non può avvenire velocemente.
- Le donne e gli uomini hanno cervelli diversi.
Davvero, pare un altro mondo, invece è
il trentino 2016, persone che conosco e che biasimano salvini quanto
me.
- La statistica sulla tv mi pare piuttosto grossolana e arbitraria, e che stanno guardando vorrei dire, ma anche: è degli anni ottanta 'sta statistica? chi ce l'ha più una tv? e giuro che queste sono le domande meno polemiche per una stronzata del genere.
- Che le donne siano di più o di meno rispetto agli uomini mi pare un'idiozia, quello che non accetto è la divisione uomini donne come predominante nella società qualunque sia il discorso che si fa. Intanto non tiene conto della complessità delle persone, di chi non s'identifica tanto facilmente nello stereotipo donna o in quello uomo, e basta dire che le donne sono più deboli ma più portate per i lavori di cura, basta dire che gli uomini non hanno profondità e le donne hanno le paturnie, basta passare insieme l'immagine di sensualità e di santità legate alla donna e di ruvidezza e on-off legata agli uomini. Ci sono anche persone così? Sì! C'è solo questo? No, anzi, questo è la minoranza e spesso lo è a sua insaputa, perché poco consapevole di sé e socialmente abbandonata ai ruoli fortemente suggeriti.
- E io mi ritengo una persona abbastanza intelligente da non accettare il massimalismo che sottosta a questa patetica categoria di uomini e donne come unica categoria utilizzabile per fare confronti intelligenti tra gruppi umani. Mi ritengo abbastanza intelligente da non farmi lusingare dall'idea di essere intelligente per ascoltare e accettare visioni a dir poco discutibili (sono cresciuta con la fiaba dei vestiti del granduca). Il mondo è complicato e il pensiero medio manca della complessità necessaria per provare a capirlo.
- Questa del cervello poi m'ha fatta scoppiare. Questa è la logica che ha portato i neri a poter votare meno di cent'anni fa, il cervello diverso! Pazzesco. Tutti abbiamo il cervello diverso, così come le mani, l'altezza, i capelli... ma trovo poco pertinente - se non si vuole sottintendere un pensiero discriminatorio - cercare di basare qualunque ragionamento sull'ipotetica esistenza di un cervello delle donne e un cervello degli uomini.
Non credo che la categoria uomini e
donne sia da buttar via, va bene se si parla di organi genitali ben
definiti, va male se si parla di lavoro, capacità di ragionamento,
desiderio di avere figli e famiglia, potenzialità di crescita,
preferenze o desiderio sessuale. È uno sguardo miope di questo tipo
quello che fa danni veri, quello che discrimina nella quotidianità,
quello fa sentire una persona sbagliata se non vuole avere figli, se
è lesbica, se vuole fare l'ingegnera e così via, quello che fa sì
che le donne siano pagate meno, rispettate meno, valutate meno (o
più! Non cambia niente, l'errore è lo stesso). È questo quello che
porta a considerare gli uomini superficiali, insensibili, forti,
rudi...
Se non ci liberiamo presto di queste
categorie finiremo per snaturarci da quello che siamo, finiremo col
non ascoltarci per non sentirci troppo sbagliati quando non aderiamo
allo stereotipo, finiremo imprigionati, e a me non sta bene, non tra
gli amici, nemmeno se rovino una cena.
Dimenticavo, in tutto questo un uomo è
venuto in mio soccorso, si è sentito offeso per me, per sua figlia,
per tutte le persone, e a un certo punto ha rotto il silenzio e ha
tirato un cazzotto, verbale, s'intende, perché anche se ha un pene
ha un cervello, una profondità di pensiero, la capacità di colpire
con le parole e non coi pugni, e il desiderio costante di
complessificare il mondo nella speranza di renderlo più tollerabile,
se non adesso domani, se non lì alla cena in futuro. E giuro, in
quel momento io mi sono sentita meno sola, e anche meno sbagliata.
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