martedì 10 marzo 2015

lista di marzo, fragilità

- Notte, rientro a casa, sono stanca, stanchissima. J direbbe esistenzialmente stanca.
- J. Riappare questa lettera ultimamente, come ci cercassi dentro delle conferme.
- Alzo la testa e non vedo tregue all'orizzonte. di nuovo.
- Stamattina la corsa è stata bella, inizia a non essere più freddo.
- La settimana scorsa ho lavorato molto, anche sabato, volevo finire un lavoro per oggi. Oggi l'ho finito (non proprio come volevo, ma comunque finito, lavorando anche il pomeriggio) e mi è stato detto che non cambia niente, che siamo comunque in ritardo.
- Penso spesso alla nonna, quando faccio il risotto mi ricordo che lei lo sgranava, anzi, me lo faceva sgranare (che poi sgranare forse vuol dire altro): lo metteva su un piatto o su un pezzo di scottecs e mi diceva di controllarlo, i grani brutti non si mangiavano. Io li cercavo a più non posso quelli brutti, bastava un segnetto e correvo da lei e chiedevo: e questo. E la nonna sorrideva, diceva: Via, via.
- La settimana scorsa sono successe cose che mi hanno scossa, piccole cose che anzi non sono successe. è il potenziale che è bastato a scuotermi. Tutto si è risolto per il meglio. Eppure questo pochino è bastato a capire che non mi sto più difendendo. Che non ho scudi, che sono meno forte di quello che credo. Ecco, capire questo mi ha scosso tanto, quasi più del potenziale.
- Quando entro in cucina S. è sempre di buonumore, canta. Canta il mio nome certe volte. E si abbandona ingenuo alle frivolezze, non ho mai conosciuto nessun uomo rimasto tanto bambino. Ogni volta me ne sorprendo. Non è fascino ciò che questa cosa esercita, è proprio sorpresa, anche una sorta di gioia.
- «Ha criticato Stalin anche sul piano personale?»
«Gli ho fatto notare come, in occidente, susciti sconcerto il culto della personalità che lo circonda».
«Ha taciuto?»
«No, ha detto che l’impero sovietico è tanto grande da costringere a gridare molto forte a Mosca, se c’è l’intenzione di farsi ascoltare fino a Vladivostok».
- Barthes, soprattutto Barthes: La depressione arriverà quando, dal fondo della tristezza, non mi potrò neanche aggrappare alla scrittura.

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