giovedì 12 febbraio 2015

Giorni lenti

Giorni lenti questi, scanditi dal dolore, dal collirio, dall'antidolorifico.
Giorni dominati dal corpo. Giorni in cui la luce è una lama.
Giorni strani, tanti pensieri, qualche lettura, qualche corsa prima di pranzo.
E una parte bella del nuovo libro:

Se ne stavano seduti al tavolo di legno e all’ombra dell’eucalipto, discutevano come fosse una questione di vita o di morte, bevevano la limonata fatta da Marta. Per prendere fuoco, Brecht aveva bisogno di obiezioni, di dubbi e di contrasti. Per sbloccare le sue sfavillanti trovate, la sua arguzia, il suo cinismo e la sua sfrontatezza, edificava sulle solide fondamenta costituite dalle cognizioni
di Feuchtwanger, dal suo realismo, dalla sua logica, dalla sua sensibilità per la costruzione, la drammaturgia e la psicologia.
«Lei è il mio unico maestro, dottore» disse una volta Brecht, e poiché ebbe probabilmente il timore di aver fatto un complimento troppo grossolano, si affrettò ad aggiungere: «Perché è l’unico in grado di spiegarmi quali regole sto trasgredendo».

(Modick, Sunset)

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