mercoledì 11 giugno 2014

la carne dopo la carne - e parlo dell'uomo, non del cibo

ho appena concluso Geologia di un padre, di Valerio Magrelli. Sono toccata turbata.
Negli ultimi mesi in modi più o meno vicini la morte si è presentata nella vita, nell'orizzonte.
La morte mi fa pensare sempre. A volte nella testa imbastisco una lista che riguarda la morte:
- la morte comincia sempre dai piedi.
- ricordarsi di avvisare i vivi che i morti sono morti
- le agenzie funebri (che agenzie non è la parola giusta ma non ho voglia di cercarla) che ho presente solo e solamente nei film
- ...
E poi ieri è morto uno zio, e ha lasciato sola la zia. Nel pomeriggio sono stata lì, a casa, tra le donne. E il riso s'è mescolato al pianto, e la vita era tra le dita, nei ricordi. Un pomeriggio vivo, alla Satrapi.
E oggi ho finito questo libro che racconta del padre, vivo e morente, sempre con la morte che inizia dai piedi (caviglie, dice). Un libro così franco da stupire per la sua sincerità, per le ammissioni, per le debolezze. Un libro che fa tornare umano l'uomo.

"Così scendeva in mare come si scende a patti. Pallido, freddoloso, diffidente, un piede prima, poi la lunga frizione del busto, il costumone che si inabissa e infine la spinta nel bagno lustrale. Circospetto, severo, lo vedo mentre incrocia avanti e indietro, a tre metri da riva"

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