giovedì 17 maggio 2012

Il Trentino è sfacciatamente rigoglioso in questi giorni.

Il Trentino è sfacciatamente rigoglioso in questi giorni. Ne pedalo il lungofiume, fronde di lussuria intensa, il masso dell'acqua che spinge verso sud. I rami nascosti nel verde succoso, le montagne non più azzurre, la roccia è ormai solo scheletro invisibile. Arrogante il vento freddo sconfigge il caldo sole, smuove i pollini, sfida le foglie ben appese. Il Trentino è pieno in questi giorni, come chiedesse di essere munto. Pedalo o cammino, la giacca ben chiusa, l'aria però entra lo stesso nella testa. Mi preparo all'arsura. Riempio di verde gli occhi prima di partire, respiro a fondo l'ultimo freddo di stagione. Lo zaino è ancora perduto nella stanza, i vestiti puliti e sporchi insieme chissà dove. La partenza sembra lontana, la partenza sembra a ridosso. Mi preparo alla sospensione, al Tigri che scorre glauco, ai papaveri sulle montagne di confine, a una lotta ancora sconosciuta, persino a qualche nostalgia.

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