Al locale viene sempre sempre un gruppo
di stranieri. Io li chiamo gli erasmus, sono per lo più dalla
Germania e non sono erasmus, bensì ricercatori. Sono piuttosto
brutti, sia singolarmente che in gruppo. Parlano sempre inglese,
bevono per lo più birra media e vino rosso, groppello di revò,
quando c'è. Sono qui da almeno un annetto, di sicuro da gennaio,
forse anche prima, ma non ricordo di preciso, sono quattro o cinque,
a volte molti di più, ma gli abitué occupano un tavolo o meno, di
solito. Arrivano a fine serata, bevono un paio di giri, a volte
mangiano qualcosa, poi pagano separatamente e vanno via. Io mi ostino
a parlare loro in italiano, sennò sarei ancora qui a dir loro beer
al posto di birra. Eppure loro, è pazzesco, si ostinano a non
parlarlo. Così ieri è successo il patatrack. Proprio a fine serata.
Proprio dopo una serata piena e pazza, dove la cassa a un certo punto
non stampava più scontrini e si è dovuto segnare ogni sommetta su
un quadernone con quadratini fittissimi, che neanche il registro dei
prof c'ha le caselle così piccoline. Fatto sta che a fine serata
arrivano alla cassa, sogno gli ultimi. Primo: due birre medie. - Otto euro. - Grasie. -Grazie a te, buona serata. Secondo: un
groppello (con quella erre aglofona, ma porca madosca, sei tedesco,
ce l'avete forte la r, mica trascinata!). Paga e via, poi arriva il
terzo. Il terzo: una birra media. e io: quattro. E lui mi dà cinque.
e io gli do uno. e lui se ne sta lì, impalato, mi guarda. E io lo
guardo e penso che gli ho dato il resto giusto, e che devono pagare
altri due quindi può spostarsi. Fa una faccia strana, guarda me,
guarda quello dietro di lui e dice con aria strafottente: doesn't she
give me the check?
Bum. Devo essere sincera, a me chi
parla di me chiamandomi lei quando sono lì davanti mi fa salire la
rabbia.
Stacco uno scontrino non fiscale, perché la cassa non funziona, quindi quelli fiscali non li posso fare. Faccio un respiro bello profondo e prendo la rincorsa. Lo guardo e gli dico: I cannot believe, i really cannot believe. It is one year that you are here and You still don't know the name of the recipit in italian.
E lui mi guarda sorpreso, spaesato, poi
si fa un po' aggressivo: what do you want? is not your business what
i say, you are just a waitress.
E allora mi calmo e faccio di quegli
occhi che perplimere di più non si può e penso che è proprio un
deficiente. Che lui e il suo gruppetto è qui da un anno, da un cazzo
di anno, a ricercare non so cosa all'università di trento, e non ha
ancora imparato la parola "scontrino". E gli spiego che non
sono per niente una cameriera, ma una barista, se proprio vogliamo
essere precisi, e che il mattino lavoro in una casa editrice e faccio
un laboratorio nelle scuole, e un corso per diventare sommelier, ma
che se vuole posso ricavarmi un paio di ore settimanali, per dargli
ripetizioni di italiano.
Lui non ci può credere, io non ci
posso credere.
Si chiama scontrino, gli dico in italiano buttandoglielo davanti. Lo prende e si
sposta.
ps: dal bum in poi è tutto nella mia testa...
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