torno da scuola, nel pomeriggio, e la nonna mi fa segno di avvicinarmi. unisce le dita della mano destra fino a farla sembrare un becco, picchietta sulla mia testa, poi si annusa la mano e inizia a elencare una lista di cibi. Prova a indovinare ma non ci azzecca quasi mai.
Certe volte sono io a dirle cosa ho mangiato e chiederle, lo senti?
E poi la guardo ansiosa che indovini, che abbia davvero il potere di sentire l'odore del cibo che filtra dai capelli, dalla testa. Forse con lo sguardo le suggerisco le risposte, non so perché ma non voglio che sbagli.
Circondata dalle rappresentazioni, dalle narrazioni. Provo a interpretare, a leggere il mondo. Cerco brandelli di realtà, poi rinuncio, poi capisco; e senza pretese m'immergo nello scambio.
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