Lui parlava e parlava e lei lo
ascoltava. Seduti vicini difronte a me. Adulti, sulla soglia tra
l'essere adulti e l'essere vecchi. Lui parlava di libri e lei gli
carezzava il braccio destro con entrambe le mani. Lui raccontava una
trama e lei gli passava la destra sulla gamba accavallata. Lei bella,
capelli castani, occhi di miele, carnagione scura, unghie lucide e
cortine, una borsa a bauletto. Lui capelli bianchi e voce sottovoce,
vestito con pantaloni a costine verdi. Amanti, entrambi più me, di
Marai. Poi frugo nella borsa e cerco un fazzoletto, e nello stesso
istante anche lei, mi da la precedenza per soffiarmi il naso, come se
non lo si potesse fare in contemporanea. Poi a mezza voce sorridendo:
Si è proprio tutti raffreddati. -È così, dico, ché stavolta
voglio parlare che Marai mi piace, che domani c'è la festa e i treno
ci porta nella stessa direzione, che magari conoscete i nostri
libri...
Circondata dalle rappresentazioni, dalle narrazioni. Provo a interpretare, a leggere il mondo. Cerco brandelli di realtà, poi rinuncio, poi capisco; e senza pretese m'immergo nello scambio.
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