domenica 12 ottobre 2025

Panini caldi

Quando arriva l'autunno mi capita spesso, negli ultimi anni, di pensare ad alcune cose comfort di quando ero bambina e arrivava l'autunno. Tra queste ci sono i panini caldi. 

I panini caldi sono stati una specialità di casa per alcuni anni, dalle elementari almeno fino a quando andavo alle medie, dopo li ricordo meno. Si tratta di panini, tartarughe soprattutto, tagliati a metà, farciti di prosciutto e sottilette per me e la mamma, con l'aggiunta di qualcos'altro (acciughe? funghi? non mi ricordo) per il papà, messi poi nella piastra a tostare come fossero toast.

La specialità dei panini caldi non è mai stata veramente il panino, piuttosto il fatto che li si mangiasse sul divano guardando un film; i panini caldi infatti li ricordo solo di domenica sera, sul presto, di ritorno dalla montagna, abbastanza stanchi da non voler preparare la cena, mangiati lì sul solito divano marrone (che quest'anno verrà cambiato dopo tantissimissimi anni).

Non saprei citare neanche un film visto in quelle occasioni, probabilmente era pescato tra le videocassette, ma ricordo alla perfezione il sapore dei panini caldi, la sottiletta che puntualmente mi bruciava e sbordava fluida e bollente e invitante, la croccantezza del pane e quella tendenza dolce dell'insieme, e poi tengo prezioso nella memoria quel senso di informalità e di famiglia, la stanchezza della domenica sera senza Sunday blues, accoccolati dopo una doccia, già in pigiama alle sei e mezza.

Ecco, forse non esagero a dire che i panini caldi sono stati in quegli anni, in fondo e inaspettatamente, il bello e il semplice della mia famiglia.

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