mercoledì 27 luglio 2011

Abbiamo sconfitto il caos

Concludo in questo istante Gottland, di Mariusz Szczygiel (traduzione di M. Borejczuk).
È notte. È estate ma sembra autunno. Anche il libro è un po’ così e confonde le carte. Non si sa più da che parte guardare, si è dentro a qualcosa. Si ha la testa piena di dettagli. Tutti i dettagli formano un insieme complesso e ricco e ben inquadrato. Ma è troppo bello fermarsi sui dettagli, almeno per me, e così non riesco a vederne l’insieme. Forse mi servirebbe una rilettura.
È un libro divertente, e il fatto che lo sia è paradossale, perchè narra della Repubblica ceca sotto il regime, e lo fa in modo disincantato, argomentato, severo quanto serve. È un libro ben scritto, una scrittura densa di fatti, di carne mi verrebbe da dire, no anzi, una scrittura piena di domande e di ricerche e qualche risposta mai servita ma sempre nascosta tra i fatti. Allora forse carne non è la parola giusta, è una scrittura chiara, schietta, irriverente. Una scrittura che, magari per mio amore personale magari per temi trattati, associo al Cataluccio del Vado a vedere se di là è meglio e al Kundera dei libri “didattici”. È un libro, questo di Szczygiel, che insegna tante cose senza volerle insegnare, che dice e apre mondi che vanno poi approfonditi, è un libro di aneddoti storici, è un libro di persone, anzi, di Persone, con un nome un cognome una storia o magari solo un ritratto, un capitoletto, il tempo di una chiacchierata, il tempo di una porta sbattuta in faccia. È un libro complessivamente incompleto e proprio per questo aperto. (desidero però far notare che ogni capitoletto è chiuso con grande maestria, ognuno ci dona di quei finali al bacio, quelli che si può poggiare il libro e gustarsi l’ultima frase).

Cose mie da approfondire:

-Adattamento come forma di autodifesa di fronte a una minaccia onnipresente (riflessione sul soldato Sc'vèik)

-The plastic people of the universe

-Charta 77

-Kafkarna

-Literarni brak


1 commento:

marco ha detto...

Invoglia a leggerlo :-)
Certo che anche "vado a vedere se di là è meglio" è proprio un titolo formidabile. Mi fa pensare a quando andai in Romania. Mi ero detto proprio così: andiamo a vedere se stanno meglio...

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