Ho accuratamente evitato l'introduzione di Daniele Barbieri. Ho aperto a pagina 9 e sono partita.
La protagonista è un'isola. Sant'Agata. Eppure la protagonista sono anch'io. È il dentro.
Si tratta della lotta tra la natura e la meccanica. Tra il verde e il ferro. Tra l'istinto e il dovere. (E qui accenno a una riflessione illuminante fatta poco tempo fa con un'amica illuminata: l'istinto è razionalissimo)
Il conflitto è tra ciò che si era e ciò che si è, tra gli altri e il sè.
Ecco, troppe cose. Eppure Fuochi è davvero tutto questo. E anche se non si fa, non si fa mai, aggiungo una parte finale, ché tanto chi lo prenderà (il libro) potrà goder di mille cose, e chi non lo prenderà potrà in questo modo beneficiare di un'immagine di per sè assolutamente bella.


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